martedì 11 ottobre 2016

Flassbeck: il FMI e l'ignoranza tedesca

Heiner Flassbeck su Makroskop.eu parla del livello di ignoranza e omologazione raggiunto dai commentatori tedeschi: è ormai impossibile criticare gli avanzi commerciali con l'estero. Da Makroskop.eu
La sessione autunnale del Fondo Monetario Internazionale è stata dedicata all'assurdità del risparmio tedesco. Ma in Germania nessuno vuole ammetterlo. La gente non ha piu' fiducia nei media, perché i mezzi di informazione sono allineati sulle posizioni del governo. 

Der Spiegel lo sapeva già prima che il meeting di Washington iniziasse: la Germania sarà il bersaglio di tutte le critiche per il suo doppio surplus (bilancio pubblico e partite correnti con l'estero), tuttavia avrà a sua disposizione argomenti preparati con cura. In particolare, la Germania intende sottolineare che anche secondo John Maynard Keynes lo stato nei periodi buoni deve fare degli avanzi e ridurre il debito. Addirittura il settimanale riferisce che Schäuble lo avrebbe detto con un certo compiacimento, sempre leggendo gli articoli del ben informato scribacchino nella capitale americana.

Questo tipo di obbedienza preventiva nel giornalismo di guerra viene definito giornalismo "embedded". Il giornalista scrive, anche prima che qualcosa sia successo, quello che i suoi "committenti" vogliono ascoltare e ottiene come ricompensa un paio di informazioni privilegiate. Ma anche negli altri media "di qualità" le cose non vanno molto meglio. Si legge che ci sono stati conflitti, ma secondo Handelsblatt si tratta di una "relazione in crisi" fra il FMI e la Germania, mentre secondo Focus Schäuble lascia che Christine Lagarde vada ad "incagliarsi". Sulla FAZ Otmar Issing difende le politiche tedesche dagli attacchi del FMI , sebbene l'ex capo-economista di Bundesbank e BCE mostra soprattutto che anche dopo lunghi anni di studi, non ne ha capito o non ne ha voluto capire l'interdipendenza.

A Washington è successo qualcosa di sensazionale, ma il pubblico tedesco non lo deve sapere. Che il capo del FMI sul palco, davanti a tutti e in anticipo rispetto al vero meeting, abbia esortato la Germania (insieme a Canada e Corea) a fare di più' per la congiuntura interna, è estremamente insolito. Che in seguito abbia commentato l'annuncio di Schäuble, useremo  6 miliardi per la riduzione delle tasse (meno del 2 per mille del PIL tedesco), con un sarcastico "fantastico", non mostra una "relazione in crisi", piuttosto una profonda frustrazione per la testardaggine tedesca.

Ed è anche abbastanza chiaro che dietro questo atteggiamento sorprendentemente poco diplomatico del FMI ci sono sicuramente i paesi piu' importanti, prima di tutto gli Stati Uniti, ma probabilmente anche alcuni europei. La Francia critica con sempre maggior forza l'atteggiamento tedesco, e l'Italia è sul punto di esplodere. A mio avviso in molti paesi si inizia a capire che in considerazione degli avanzi crescenti delle partite correnti tedesche e della continua debolezza della congiuntura interna nel paese "modello", l'atteggiamento tedesco puo' essere modificato, se ancora possibile, solo esercitando una forte pressione dall'esterno. Che il ministro delle finanze tedesco, nonostante il doppio avanzo, a Washington abbia avuto il coraggio di dire che la Germania tiene insieme l'Europa, a Roma e Parigi sarà sembrato uno scherzo di cattivo gusto.

Schäuble almeno su di un punto ha ragione. Lo dice nella stessa discussione: le persone non hanno piu' fiducia nei media, e lo dice come se fosse indignato. Dovrebbe fare almeno un po' di autocritica, allora scoprirebbe che le sue decisioni politiche sono trattate dai media tedeschi con la massima cura e attenzione. La maggior parte dei corrispondenti da Washington non sono disponibili ad affrontare il tema degli avanzi commerciali con l'estero, per non parlare del fatto che non sono disposti a trarne le necessarie conseguenze. Perché la gente dovrebbe fidarsi dei media, che su di un punto cosi' decisivo non sono stati all'altezza?

Alle usuali affermazioni difensive della politica e dei media tedeschi appartiene quella secondo cui la congiuntura interna sta prendendo velocità, perché nel frattempo gli stipendi in Germania stanno crescendo con forza. Purtroppo non vi è niente di vero. Analizzando lo sviluppo dei salari nominali negli ultimi anni e per l'anno prossimo, si ottengono i dati qui sotto. Poiché alcuni contratti collettivi saranno validi per tutto il 2017, la stima per il prossimo anno è abbastanza credibile. Quella per il 2018 è al contrario pura fantasia.

Contrariamente a quanto viene fatto credere pubblicamente, in Germania (in piena occupazione, come spesso amano aggiungere) la crescita dei salari non sale di anno in anno, ma al contrario scende. La retribuzione contrattuale oraria è la misura più' importante. La crescita è passata dal 3% del 2014 al 2.4% dello scorso anno e al 2.1% di quest'anno. Anche per il 2017 gli istituti di ricerca ipotizzano un aumento del 2.2%.
Da dove possa arrivare, in un tale scenario, la spinta alla domanda interna, è difficile da capire. I salari reali quest'anno sono cresciuti più' dello scorso anno, perché i prezzi sono aumentati meno o addirittura sono diminuiti. Per il prossimo anno nessuno si aspetta che accada lo stesso. Anche i vicini europei, ormai senza alcuna ombra di dubbio, devono riconoscere che in Germania non si fa nulla per portare il cambiamento che darebbe loro l'aria per respirare.

Perché è cosi', fuori dalla Germania ormai lo hanno capito quasi tutti. Dal passato spunta Otmar Issing e dice:

"...possiamo dire che una correlazione diretta fra il saldo del bilancio pubblico e le partite correnti è tutt'altro che chiara."

Un tempo una tale dichiarazione poteva essere anche accettabile. Oggi il rapporto è molto chiaro. In un paese come la Germania, dove i privati (famiglie e imprese) risparmiano sistematicamente (sono risparmiatori netti), lo stato può fare un avanzo oppure ridurre i suoi deficit, nella misura in cui scarica sull'estero le necessarie contropartite sotto forma di indebitamento netto.

Poiché in Germania nessuno pensa seriamente di spingere le famiglie oppure le imprese in una posizione debitoria, la relazione fra il saldo dello stato e il saldo delle partite correnti è assolutamente chiara: ogni consolidamento del bilancio pubblico oppure ogni avanzo di bilancio pubblico possono essere realizzati solo se l'estero è disposto ad accettare un maggiore indebitamento. Per questo, l'ho detto chiaramente poco fa, sono finiti i bei tempi a cui si riferiscono tutti quelli che vogliono difendere gli avanzi dello stato.

Chi insiste sulla posizione tedesca divide l'Europa, perché gli altri paesi non possono seguire i diktat tedeschi ed europei sul consolidamento dei bilanci pubblici senza causare un deterioramento della loro situazione economica ed un aumento della loro disoccupazione. Anche loro non sono infatti in condizione di spingere le famiglie e le imprese in una posizione debitoria. Chi difende la posizione tedesca, che capisca o meno le relazioni, vuole solo dividere e non pacificare, anche se sostiene il contrario. 

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