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lunedì 12 marzo 2018

"Non ci facciamo rimproverare da Merkel"

Le Tafel sono associazioni di volontariato che distribuiscono le eccedenze alimentari ai piu' bisognosi. Oggi in Germania ci sono circa 1.5 milioni di persone che per tirare avanti devono fare affidamento sugli alimenti distribuiti gratuitamente dalle Tafel. Dopo la famosa vicenda della Tafel di Essen, qualche giorno fa sulla Osnabrücker Zeitung è uscita un'intervista molto interessante al presidente delle Tafel tedesche, Jochen Brühl, che non le manda a dire. Dalla Osnabrücker Zeitung


OZ: signor Brühl, il blocco per gli stranieri introdotto dalla Tafel di Essen ha causato discussioni. Cosa pensa di questo dibattito?

Jochen Brühl: mi fa arrabbiare che lo scandalo per un piccolo fatto locale possa offuscare il vero scandalo: la Germania ha un enorme problema di povertà. Dovremmo parlarne. Qui pero' evidentemente non si tratta di trovare delle soluzioni. Soffiare sul fuoco dello scandalo apparentemente per molti è piu' importante che adoperarsi per il cambiamento. Questo mi infastidisce. 

OZ: qual'è lo scandalo?

Jochen Brühl: il caso della Tafel di Essen non è il vero scandalo. E' solo uno dei tanti fattori scatenanti. La vera domanda piuttosto è: come è possibile che pensionati, genitori single oppure rifugiati dipendano dalle Tafeln? Il vero scandalo è che noi ci siamo da 25 anni e che al momento aiutiamo 1.5 milioni di bisognosi con 250.000 tonnellate di eccedenze alimentarli, e soprattutto che in un paese cosi' ricco ci siano persone a cui manca l'essenziale.

OZ: che cosa vorrebbe dire alle persone che condannano la decisione della Tafel di Essen?

Jochen Brühl: prima di accusare qualcuno, dovreste farvi un'idea del lavoro e delle condizioni locali. Le generalizzazioni e le esternazioni talvolta offensive sono rivelatrici. In questo modo vi state mettendo da soli sul banco degli imputati. Negli ultimi 15 anni evidentemente non avete capito qual'era il vero problema. La discussione attuale evidenzia il modo in cui viene affrontato il tema della povertà e questo non ci fa fare passi avanti.

OZ: dov'è il problema?

Jochen Brühl: non è possibile che i pensionati dopo decenni di vita lavorativa abbiano una pensione cosi' esigua. Abbiamo un enorme settore a basso salario i cui stipendi non bastano per la sussistenza. Abbiamo un sussidio di base insufficiente. Abbiamo una politica per l'immigrazione inadeguata. Hartz IV non è mai stato migliorato. Il basso numero di disoccupati e i miliardi di avanzo nel bilancio pubblico non significano che in Germania non ci sia la povertà. Ci sono una serie di aberrazioni sociali e socio-politiche. Dobbiamo trovare delle soluzioni sostenibili.

OZ: come dovrebbero essere?

Jochen Brühl: il populismo indignato non ci porta da nessuna parte. Non si tratta di dividere fra tedeschi e stranieri, si tratta sempre di persone in stato di bisogno. Deve essere avviato un dibattito onesto sul tema della povertà e dell'integrazione. Le Tafel devono essere parte di questo dibattito: sia nelle politiche occupazionali, che in quelle sociali o dei rifugiati. Abbiamo urgentemente bisogno di un quadro politico migliore affinché qualcosa possa finalmente cambiare.

OZ: cosa chiede alla politica?

Jochen Brühl: prendetevi cura di tutti coloro che soffrono. Rimettete le persone al centro. Smettetela di scandalizzarvi. Prendetevi cura di coloro che fanno volontariato. Cercate di sostenerli. Smettetela di rimproverarli. Chiedetevi qual'è la vostra responsabilità in cio' che sta accadendo. E' il quadro politico che deve essere migliorato e questo non è compito delle Tafel. E' un compito dello stato.

OZ: le Tafel vivono di volontariato. Quanto è difficile trovare volontari per fare questo lavoro oggi?

Jochen Brühl: abbiamo oltre 60.000 persone che si impegnano in oltre 937 Tafel. Sono persone che contribuiscono a migliorare il mondo. Ma non è abbastanza. Stiamo disperatamente cercando dei volontari.

OZ: quali sono i problemi?

Jochen Brühl: attualmente si parla di aumentare ulteriormente l'età pensionabile. Ma qualcuno si è mai chiesto che cosa potrebbe significare per il volontariato se le persone non possono piu' fare volontariato a 65 anni e devono lavorare fino a 70 anni? Il volontariato è un importante pilastro della società, che pero' rischia di rompersi.

mercoledì 28 febbraio 2018

La Tafel di Essen e la depravazione delle élite politiche: la lotta per il cibo è solo l'inizio

La triste storia della Tafel di Essen, un caso di guerra fra poveri in una zona della Germania già colpita dalla crisi, ha dato l'occasione alle élite socialdemocratiche di mettersi in mostra e di profilarsi come un'autorità morale condannando l'accaduto. Un altro fallimento comunicativo e politico da parte di una forza in declino che ormai ha evidentemente perso il contatto con il paese reale. Un commento molto interessante di Jens Berger sulle NachDenkSeiten.


ll motivo per cui la Tafel di Essen ha imposto uno stop alle iscrizioni di nuovi utenti di origine straniera non sarà sicuramente politicamente corretto, ma è comprensibilissimo. Nel giro di 2 anni la percentuale di stranieri, fra gli attuali 6.000 utilizzatori della Tafel di Essen, è passata dal 35% al 75%. Uomini giovani e a volte anche aggressivi, secondo il racconto degli stessi volontari della Tafel, stanno sempre più' prendendo il posto dei pensionati e delle madri single, anche loro ormai dipendenti dalle briciole della società dei consumi. E' successo, come del resto era prevedibile, perché le élite erano dell'opinione che un'immigrazione di massa non regolata non avrebbe causato alcun disturbo nella parte più' bassa della società. Pensiero sbagliato. Dall'inizio della crisi dei migranti le NachDenkSeiten non hanno fatto altro che mettere in guarda dal rischio: senza un massiccio intervento politico, sociale e finanziario nella parte più' bassa della società si arriverà ad una concorrenza spietata fra i "vecchi poveri", le vittime di Hartz IV e i pensionati in povertà, e i "nuovi poveri", cioè i migranti e i rifugiati. Un posto come la Tafel, in una città povera e disperata come Essen, era senza dubbio il luogo perfetto in cui sarebbero potuti scoppiare i primi conflitti sostitutivi di questo tipo, che sicuramente non saranno nemmeno gli ultimi.

Accusare proprio la Tafel di Essen di razzismo, volontari che da sempre si impegnano affinché le persone più' anziane e più' deboli nella lotta predatoria fra poveri per accaparrarsi il cibo non se ne vadano col piatto vuoto, è squallido e stupido. Senza dubbio tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro nazionalità, dall'età o dal sesso dovrebbero avere diritto ad un'alimentazione sufficiente. Ma le moderne mense dei poveri, come le Tafel, non vivono nell'abbondanza: ogni giorno sono costrette a cercare di riparare agli errori e agli abusi di cui si è resa responsabile la politica. Per questa ragione è particolarmente assurdo che proprio i politici, corresponsabili delle condizioni catastrofiche generali, cerchino ora di mettersi in mostra da un punto di vista morale e di profilarsi attaccando coloro che ogni giorno sul posto e su base puramente volontaria fanno di tutto per mitigare le conseguenze delle politiche immorali portate avanti in questi anni.


Prendiamo ad esempio il politico della SPD berlinese nonché Segretario di Stato, Sawsan Chebli. A lei "corrono brividi freddi sulla schiena", fa sapere al popolo via Twitter. "Generi alimentari solo per i tedeschi. Esclusi i migranti", cosi' Chebli. Di fronte ad una quota di stranieri che alla Tafel di Essen raggiunge il 75%, lei esclude ogni argomento fattuale. Chebli deve ringraziare proprio il suo ruolo di portavoce al Ministero degli Esteri, perché è stata proprio lei, con il suo viso giovane e simpatico, a rivendere alla stampa la politica estera del suo governo, quella stessa politica che ha sicuramente contribuito al fatto che ora ci siano cosi' tanti pensionati poveri e madri single costrette a dover lottare con i rifugiati per accaparrarsi gli avanzi di cibo. La negligenza delle élite non è una questione di età, di genere o di religione, signora Chebli.


Sulla stessa linea si muove anche il politico della SPD che ama tanto considerarsi come la coscienza fattasi uomo del suo partito. Karl Lauterbach scrive: "La fame è uguale per tutti", e pensa che sia un "peccato" che "l'odio per gli stranieri ora sia arrivato anche fra i piu' poveri". Questa citazione toglie la parola perfino ad un osservatore della scena politica ormai vaccinato. Proprio l'uomo corresponsabile delle politiche che hanno affamato i pensionati, le madri single e i migranti ora pensa che sia un "peccato" che si sia arrivati alla lotta per la sopravvivenza fra le vittime della politica dell'Agenda. L'uomo la cui politica ha reso indispensabili le Tafel, ora trova addirittura la faccia tosta di accusare i volontari della Tafel di "odio contro gli stranieri". Solo perché fanno in modo che i pochi mezzi di cui dispongono siano distribuiti anche agli anziani e ai più' deboli? A questo punto si può' citare solo Max Liebermann: "Non riesco a mangiare cosi' tanto quanto avrei voglia di vomitare". Solo il fatto che probabilmente Lauterbach nelle prossime elezioni non riuscirebbe a tornare in Parlamento sarebbe una ragione sufficiente per chiedere le elezioni anticipate. Nessun paese ha bisogno di queste élite.

Ma il massimo viene raggiunto ovviamente dal Ministro federale per gli Affari Sociali Katarina Barley. Per i poveri e per i volontari ha un appunto che arriva direttamente dall'album delle poesie: "il metro di giudizio deve essere il bisogno, non il passaporto", cosi' secondo la signora che molto probabilmente ha contribuito alla scrittura del nuovo accordo di coalizione e con il quale sicuramente farà in modo che in futuro ci siano ancora più' bisognosi. Nessun politico oggi si vergogna? Prima spingi le persone verso la povertà e poi non solo le deridi, ma deridi anche coloro che aiutano i poveri e che cercano di mettere una pezza sulle crepe di questa società. E' squallido, è disgustoso, è la depravazione delle élite. E diciamocelo: il cibo è solo l'inizio. I semi di una politica negligente hanno appena iniziato a germogliare. Un'antica maledizione cinese dice: "che tu possa vivere in tempi interessanti". Io temo che i prossimi anni saranno molto interessanti.