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mercoledì 11 ottobre 2017

Il compagno Oskar Lafontaine: aiutiamoli a casa loro!

Oskar Lafontaine, leader storico della sinistra tedesca, nella sua analisi del voto tedesco evidenzia il modesto risultato della Linke fra i lavoratori e ne individua le cause in una politica sui rifugiati sbagliata. Per Oskar Lafontaine "giustizia sociale" significa soprattutto garantire condizioni di vita migliori nei paesi di origine dei migranti: una presa di posizione che nella sinistra tedesca ha scatenato un acceso dibattito  e una riflessione sull'emorragia di voti verso AfD. Dal profilo FB di Oskar Lafontaine


La Linke con il 9.2 % dei consensi e circa 4.3 milioni di voti ha ottenuto il suo secondo miglior risultato elettorale di sempre in una elezione per il Bundestag. E questo in un contesto che a causa della forte crescita di AfD e dell’elevata partecipazione elettorale era sicuramente piu' complesso rispetto al 2013, quando la Linke ottenne l'8.6% e circa 3.75 milioni di voti. Il partito avrebbe quindi tutte le ragioni per essere soddisfatto di questo risultato.

[...] Nonostante il risultato positivo, la Linke ha dei buoni motivi per riflettere sul voto: solo l'11% dei disoccupati l'ha sostenuta - meno della SPD (23%), di AfD (22%) e dell’Unione (20%) e poco piu' della FDP e dei Verdi - e solo il 10% fra i lavoratori l’ha votata (Unione il 25%, SPD il 24% e AfD il 21%). Solo il 2% in piu' della FDP, che è stata votata dall'8% dei lavoratori.

La chiave per capire questa mancanza di sostegno da parte di coloro che si trovano nella parte piu' bassa della scala dei redditi deve essere cercata senza dubbio in una "politica dei rifugiati" sbagliata. E‘ un’accusa che non riguarda solo la Linke, ma tutti i partiti finora rappresentati al Bundestag, perché con le loro risposte al problema globale dei rifugiati, nei fatti hanno trascurato le istanze di giustizia sociale.

E questo in due modi: il principio della giustizia sociale ci chiede di aiutare coloro che maggiormente hanno bisogno. Non si puo' scaricare tutto il peso dell'immigrazione, come  ad esempio la maggiore concorrenza nel settore a basso salario, l’aumento degli affitti nei quartieri piu' popolari e le crescenti difficoltà nelle scuole con una quota sempre maggiore di studenti con scarse competenze linguistiche, proprio su coloro che già ora sono i perdenti a causa della crescente disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e della ricchezza. L'esperienza in Europa ci insegna che quando questi elettori non si sentono piu' rappresentati dai partiti di sinistra, votano sempre di piu' per i partiti di destra.

La violazione del principio della giustizia sociale è ancora piu' grave se si tiene conto di quali sono le persone che fuggono dalla guerra, dalla fame e dalla malattia. Solo una minoranza riesce a mettere insieme diverse migliaia di euro con i quali poter pagare i trafficanti di uomini per poter arrivare in Europa e soprattutto in Germania. Milioni di rifugiati di guerra vegetano nei campi profughi, milioni di persone non hanno alcuna possibilità di lasciare la propria patria a causa della fame e delle malattie. Senza alcun dubbio si potrebbero aiutare molte piu' persone se i miliardi spesi dallo stato per migliorare il destino dei piu' poveri al mondo fossero utilizzati per rendere piu' facile la vita nei campi profughi e per combattere la fame e le malattie nelle regioni piu' difficili. E se i miliardi spesi per gli interventi militari e il riarmo venissero utilizzati per aiutare le persone piu' povere del mondo, allora avremmo la possibilità di fare delle cose davvero buone. 

La "politica dei rifugiati" della "Cancelliera dei rifugiati" Merkel, giustamente punita dagli elettori, era completamente inverosimile, perché la sua presunta empatia verso i profughi di guerra non le ha impedito di consegnare armi ai Jihadisti tramite gli emirati del golfo e di partecipare a quegli stessi bombardamenti in Siria che hanno poi obbligato molte persone a fuggire all'estero.

Un partito di sinistra quando aiuta le persone in difficoltà non puo' ignorare il principio della giustizia sociale. E per quanto riguarda le controversie interne al partito basta dare uno sguardo ai risultati delle elezioni: chi trova cosi' poco sostegno fra i lavoratori e i disoccupati (nel 2009 le cose erano messe diversamente) deve iniziare a riflettere sulle cause. E non serve a molto il continuo riferimento ai ceti urbani - ai quali per quanto ne so io appartengono anche i lavoratori e i disoccupati - che stranamente viene sempre utilizzato come alibi da coloro che durante la campagna elettorale nei centri urbani finiscono per parlare tutt'al piu' davanti ad una manciata di persone. 

martedì 10 ottobre 2017

AfD è il partito del precariato

Una recente analisi sul voto del 24 settembre condotta dalla prestigiosa fondazione Bertelsmann (disponibile qui) conferma quello che in parte già sapevamo: AfD è il partito del precariato e del ceto medio piu' basso minacciato dalla globalizzazione e diffidente nei confronti del progetto europeo. Gli elettori di AfD non sono dei pericolosi razzisti o xenofobi ma dei cittadini alquanto arrabbiati per le loro condizioni economiche e sociali. Un articolo sui risultati dello studio da Junge Welt


La Fondazione Bertelsmann in una sua recente pubblicazione propone una possibile spiegazione del risultato elettorale del 24 settembre. Invece delle tradizionali distinzioni fra destra e sinistra, in Germania “la nuova linea di conflitto sarebbe fra gli scettici e i sostenitori della modernizzazione", scrive la Fondazione in uno studio pubblicato venerdì scorso. Il documento dal titolo "Elezioni popolari - mobilitazione e contro-mobilitazione dei ceti sociali alle elezioni federali del 2017" è sicuramente degno di nota. L'indagine post-elettorale è stata condotta dall‘istituto di ricerca sociale YouGov per conto della Fondazione Bertelsmann su un campione rappresentativo di 10.000 cittadini. Lo studio si basa anche sui dati delle circoscrizioni elettorali di Infratest-dimap.

L'autore dello studio Robert Vehrkamp spiega che il successo elettorale di AfD non puo' essere essere considerato solo come un fenomeno del'est. Invece della tradizionale suddivisione regionale, in Germania ci sarebbe una nuova linea di conflitto fra i diversi ambienti sociali, cosi' scrivono il responsabile del programma di ricerca della Fondazione Bertelsmann e gli scienziati del Wissenschaftszentrum Berlin (WZB).


I ricercatori hanno analizzato il comportamento elettorale dei diversi ambienti sociali. Questi sono stati suddivisi in diversi gruppi, ad esempio "l‘ambiente precario", "l’ambiente tradizionale" oppure "l’ambiente liberal-intellettuale". Nel precariato, caratterizzato da condizioni di lavoro e di vita insicure, il 28% dei voti è finito ad AfD. In questo ceto sociale AfD ha registrato un incremento del 18% attestandosi come il partito piu' forte. A perdere voti in questo ambiente sociale sono stati soprattutto la Linke e i socialdemocratici. La Linke ha ottenuto il 14% delle preferenze (-6%) mentre la SPD è riuscita a conquistare per sé solo il 18% dei precari subendo una perdita di 7 punti percentuali.

Anche nel cosiddetto "centro della società" AfD ha guadagnato molti consensi registrando una crescita del 15%. In totale in questa fascia di elettori ha raggiunto il 20%. Fra questi elettori, caratterizzati da un reddito medio, sembrerebbe essere molto diffusa la paura del declino sociale. L'Unione (CDU-CSU) in questo ambiente sociale ha invece perso 15 punti percentuali.

Nel complesso si puo' constatare, secondo lo studio, che fra gli elettori dell'Unione, della SPD, della FDP, della Linke e dei Verdi c'è una maggioranza di sostenitori che si pongono in maniera positiva nei confronti della "modernizzazione" della società. Gli "scettici della modernizzazione", secondo Verkhamp, guardano alla globalizzazione con una certa preoccupazione. Inoltre vedono nell'integrazione europea piu' rischi che opportunità e temono una perdita di sicurezza causata dall’atomizzazione della società e della dissoluzione delle forme di vita tradizionali.

Non è privo di implicazioni il fatto che questa fondazione, di orientamento neoliberista, con le sue definizioni consideri alcuni processi "moderni" oppure "progressisti", quando in realtà si tratta di fenomeni che potrebbero essere considerati come un passo indietro per lo sviluppo sociale. Fra questi ci sono sicuramente gli accordi di libero scambio TTIP e CETA, riconducibili al concetto di globalizzazione. AfD respinge questi accordi come del resto fanno molti elettori della SPD, dei Verdi e della Linke. Per gli elettori di destra tuttavia ad essere decisiva non è stata l'erosione degli standard sociali e ambientali, piuttosto la loro fondamentale avversione al partner commerciale americano.

Le conclusioni dello studio affermano che AfD si è inserita negli spazi sociali lasciati vuoti dai partiti tradizionali, sia nelle classi meno abbienti che nel ceto medio inferiore. I grandi partiti negli anni passati si sono occupati troppo poco di questi elettori. AfD tuttavia non è stata in grado di mettere in campo un programma politico e sociale "che possa adattarsi alle preoccupazioni di questi elettori, piuttosto si è affidata ad una campagna populista e di destra contro i rifugiati e i migranti".

Guardando allo studio è possibile ipotizzare che AfD in futuro potrebbe addirittura rafforzarsi, soprattutto se non facesse affidamento solo sui temi piu' razzisti ma se ad esempio promettesse di redistribuire anche un po' di risorse. Ci sono già esempi simili in altri paesi dell'UE. Ad esempio il Front National francese non solo si batte contro gli immigrati, ma chiede anche una riduzione dell'età pensionabile e un aumento di alcuni benefici sociali. Per AfD, data la forte influenza esercitata dell'ala neoliberista, al momento richieste simili sono difficili da immaginare.

martedì 26 settembre 2017

Hainer Flassbeck: finiremo per rimpiangere Schäuble

Hainer Flassbeck su Makroskop commenta le elezioni politiche: per il grande economista tedesco Angela Merkel avrebbe dovuto dare le dimissioni già domenica sera, Schulz è stato e sarà ininfluente, con la coalizione "Jamaika" ci aspettano tempi di grande instabilità, mentre se la FDP di Lindner dovesse ottenere il Ministero delle Finanze, saremmo costretti a rimpiangere Schäuble. Da Makroskop.de


In quattro anni puo' succedere di tutto. Dopo le elezioni del 2013 c'era una maggioranza a sinistra del centro e una leadership socialdemocratica un po' piu' coraggiosa avrebbe potuto prendere l'iniziativa e formare un governo con i Verdi e la Linke. Un governo in grado di superare lo stallo interno e dare nuovo slancio, soprattutto in Europa. Sarebbe stato anche possibile spingere Angela Merkel in un governo di minoranza, cercando di cambiare la politica del governo dall'opposizione. Data la mancanza di coraggio si è scelta la strada piu' agevole: entrare in una Grande Coalizione e per un periodo di tempo infinitamente lungo si è lasciato che accadessero cose che contraddicevano i veri valori e i veri obiettivi socialdemocratici.

E oggi i socialdemocratici sono davanti ad un cumulo di rovine, sebbene la CDU/CSU, il suo avversario principale, abbia raggiunto il peggior risultato della sua storia recente. Ci si puo' solo chiedere quanta birra gratis sia stata spillata ieri sera prima delle 18:00 alla Willi-Brandt-Haus per spingere i compagni presenti ad applaudire con gioia il discorso del segretario del partito. La SPD ha perso tutte le opzioni politiche ragionevoli, e almeno questo è stato riconosciuto dalla leadership del partito. Per il resto continueranno a fare esattamente quello che hanno fatto fino ad ora, perché fare affidamento sul restare all'opposizione, senza avere a disposizione concetti politici alternativi, renderà ancora piu' difficile un riposizionamento politico efficace nei confronti di una coalizione politicamente variegata come quella "Jamaicana".

Il commento piu' assurdo della serata di ieri è stata senza dubbio la formula ripetuta da tutti i socialdemocratici, quasi come se fosse un giuramento: "vinciamo insieme e perdiamo insieme". Bisogna pensare ad una squadra di calcio in lotta per la retrocessione in cui nessuno è disponibile ad assumersi la responsabilità per la debacle. Cio' significa implicitamente anche che non siamo in grado di cambiare alcunché, perché al vertice del partito, sin dall'inizio, nella migliore delle ipotesi c'era un figurante, non una personalità in grado di assumersi la responsabilità oggettiva per un programma ben definito. Jeremy Corbyn si sarebbe sicuramente dimesso se avesse perso le elezioni in questo modo, perché era stato lui a delineare il nuovo programma dei socialdemocratici britannici. Martin Schulz non ha dato nulla, di conseguenza non gli si può' nemmeno togliere nulla.

Angela Merkel ieri sera nella tavola rotonda televisiva dei candidati è sembrata infinitamente stanca e frustrata. Anche lei si sarebbe dovuta dimettere ieri sera, perché - e lei stessa lo ha realizzato durante la trasmissione - tutto ciò' che accadrà d'ora in poi non potrà piu' essere gestito con la sua famosa "attenzione per i dettagli". Non solo sarà molto difficile dal punto di vista dei contenuti, ma anche e soprattutto perché il segretario dei Liberali è un pallone gonfiato e ogni decisione si trasformerà in una battaglia che non vorrei augurare a nessuno.

E questo accade in una società che soprattutto in questa campagna elettorale ha mostrato di aver completamente perso la misura per il significato delle cose. Non solo nella discussione fra Merkel e Schulz, ma in quasi tutte le discussioni elettorali confezionate dai media, la questione dei rifugiati è stata trattata come un tema vitale per il destino della Germania. Fatto che ha offerto ad AfD un meraviglioso terreno fertile per il suo chiacchiericcio nazionalista. Non so quante volte la Cancelliera abbia già risposto alla domanda sulla sua decisione del 2015 in merito all'ingresso dei rifugiati, ma quando ieri ha sentito che il partito neo-eletto in parlamento come primo atto politico intende avviare una commissione d'inchiesta su molte delle decisioni prese negli ultimi anni, si sarà sicuramente chiesta se anche per lei non ci sia un prezzo troppo alto da pagare.

Non c'è da meravigliarsi se Angela Merkel nel corso della discussione in realtà si sia trovata d'accordo solo con Katja Kipping della Linke, la quale lamentava una eccessiva attenzione per il tema dei rifugiati in campagna elettorale e sollecitava piuttosto una discussione urgente sulle questioni di sostanza. Temi sociali, disuguaglianza, ampliamento del divario sociale, povertà e pensioni, infrastrutture fatiscenti per la mancanza di investimenti pubblici, oppure lo stato deplorevole dell'Europa; tutto è passato in secondo piano, perché il giornalismo tedesco e in particolare i media pubblici, con un inedito errore di valutazione, hanno messo la questione dei rifugiati al di sopra di tutto.

Io non credo affatto che nella maggioranza dei giornalisti ci sia un esplicito orientamento a destra, ma il tema è semplice e a portata di mano, le domande non sono difficili e le differenze fra i partiti sono chiare. Perché avventurarsi su dei temi complessi come la politica economica e finanziaria europea quando è possibile inscenare uno spettacolo decisamente migliore con un argomento cosi' semplice?

Quello che ora accadrà, sarà di una insignificanza senza precedenti. Angela Merkel proporrà di andare avanti come se nulla fosse accaduto, ma i Verdi come partner piu' debole di una eventuale coalizione "Jamaika" si batteranno per ogni millimetro di terreno sui temi del cambiamento climatico, mentre la FDP insisterà su ogni minimo provvedimento concernente l'arretramento del perimetro dello stato. Questa di per sé è già una contraddizione fondamentale, anche se nella retorica a volte si somigliano. La FDP vorrà fare emergere ad ogni costo il suo profilo politico e insisterà per privatizzare in ogni settore e per rafforzare le piccole e medie imprese tedesche, politiche che da un lato contribuiranno a far aumentare la disuguaglianza e dall'altro rafforzeranno gli errori del passato, soprattutto nel settore delle pensioni.

La posizione della FDP sulla politica europea è decisamente negativa, mentre i Verdi su questo tema presumibilmente non sono cosi' forti da poter evitare il peggio. I liberali invece insistono per responsabilizzare ogni singolo stato per gli errori degli anni passati, non hanno mai sentito parlare di un problema sul lato tedesco dell'unione monetaria e vorrebbero implementare immediatamente un procedimento di insolvenza ordinata per gli stati della zona euro. Poiché non hanno un'idea di politica economica degna di questo nome, rifiuteranno tutte le conoscenze a cui negli ultimi anni nemmeno gli ambienti piu' conservatori sono riusciti a sottrarsi. Se Christian Lindner dovesse veramente assumere il ruolo di Ministro delle Finanze e riuscisse anche ad imporre la sua linea politica, allora saremmo tutti costretti a rimpiangere Wolfgang Schäuble.

domenica 5 marzo 2017

Lettera aperta di Christoph Butterwegge a Martin Schulz

Christoph Butterwegge, professore di scienze politiche, ricercatore sul tema della povertà e recentemente candidato alla Presidenza della Repubblica per la Linke, scrive una lettera aperta al candidato alla Cancelleria della SPD, Martin Schulz: c'è bisogno di una coalizione rosso-rosso-verde per rimettere in discussione l'Agenda 2010 e superare gli errori del passato. Dal Kölner Stadt-Anzeiger. 


Lieber Martin Schulz,

pochi giorni fà Lei era seduto vicino a me in prima fila all'Assemblea Federale. Entrambi abbiamo scelto di fare della giustizia sociale il faro della nostra azione politica, per questo io ripongo in lei la speranza di un grande cambiamento politico nel nostro paese. Non posso tuttavia farmi illusioni su di un partito da cui nel 2005 sono uscito a causa dell'Agenda 2010 e delle leggi Hartz, e che nonostante all'epoca al Bundestag ci fosse una maggioranza rosso-rosso-verde abbia preferito dare vita ad una "Große Koalition" con la CDU.

Per queste ragioni molti militanti profondamente frustrati e milioni di ex elettori della SPD oggi proiettano le loro speranze e i loro desideri su di lei, sebbene negli anni passati la leadership del partito li abbia sempre delusi. Lei puo' essere orgoglioso delle migliaia di nuovi tesserati che dopo la sua nomina a candidato SPD - intelligentemente messa in scena da Gabriel - hanno scelto di entrare nel partito. Nel 1972, l'anno della campagna elettorale di "Willy", ci furono piu' di 100.000 nuovi tesserati sotto i 35 anni. Peccato che nonostante cio', il partito, che poco dopo avrebbe superato il milione di tesserati, oggi non abbia nemmeno la metà delle tessere che aveva allora. Da quando lei ha deciso di sfidare Angela Merkel sono soprattutto i giovani a voler entrare nella SPD, e questo ci mostra l'enorme fascino che gli ideali di solidarietà e giustizia sociale continuano ad avere in un periodo in cui il divario fra i ricchi e i poveri si è fatto sempre piu' profondo.

Mi pare che lei abbia riconosciuto la crescente disuguaglianza sociale come il problema principale nello sviluppo della nostra società, tuttavia non è andato oltre qualche accenno sul modo in cui i rapporti di distribuzione attuali potrebbero essere corretti. Se mettesse in discussione Hartz IV dovrebbe mettere in discussione il cuore delle riforme che Gerhard Schröder nel suo famoso discorso sull'Agenda 2010  all'epoca aveva ben illustrato. Le regole rigide e le sanzioni draconiane dei Jobcenter, soprattutto per gli under 35, non solo sono vessatorie per chi le subisce, ma hanno costretto i lavoratori, i consigli di cogestione e i sindacati ad accettare condizioni di lavoro peggiori e salari piu' bassi. Sono molto curioso di conoscere le sue proposte di modifica.

Quale vantaggio avrebbero i disoccupati dal prolungamento dell'indennità di disoccupazione per gli ultra-cinquantenni, se un quarto di tutti i nuovi disoccupati nemmeno ne ha diritto e la grande maggioranza dei disoccupati riceve un sussidio Hartz IV? Con le riforme Hartz, le indennità per i disoccupati di lungo periodo (erano tra il 53 e il 57% del salario netto) sono state sostituite da un'indennità di sussistenza minima, il sussidio Hartz IV appunto. Questo è stato di gran lunga il provvedimento piu' drastico nella storia del diritto sociale e del lavoro della Repubblica Federale. Su questo argomento non si puo' tacere se si vuole essere credibili quando si parla di giustizia sociale.

Mi conceda di dire che la SPD nell'ambito delle politiche dell'Agenda ha fatto diversi errori, che lei dopo l'elezione a Cancelliere vorrebbe correggere. In verità l'errore decisivo è stato proprio l'Agenda 2010 con il concetto collegato di stato sociale "attivante". I disoccupati sono stati messi in una posizione subordinata e passiva, si è cercato di farli sentire colpevoli per la loro condizione. Al contrario la politica dello stato sociale attivo, come fino ad allora lo avevamo conosciuto, si basa sulla convinzione che non sono le persone colpite ad essere pigre, ma l'economia e il sistema sociale nel quale esse vivono.

Lei, gentile Martin Schulz, limita la solidarietà in maniera eccessiva alla parte centrale della società e chiede giustizia sociale "per le persone che lavorano duramente e che rispettano le regole", come Bill Clinton aveva già fatto anni fà negli Stati Uniti, prima di sopprimere gli aiuti sociali. Milioni di disoccupati lavorerebbero molto volentieri, anche duramente, tuttavia non lo possono fare - in alcuni casi da decenni - a causa delle loro basse qualificazioni professionali, della chiusura di una fabbrica, o di una grave malattia. Il prossimo governo - si spera guidato da lei - dovrebbe prima di tutto occuparsi di queste persone disoccupate, per lo piu' svantaggiate e destinatarie di un sussidio, perché tutte le persone - non solo gli occupati e le persone rispettose della legge - hanno il diritto di vivere in condizioni dignitose.

Lo stesso vale per le piccole pensioni. La sua annunciata "stabilizzazione del livello delle pensioni" per milioni di lavoratori non servirà a molto, perché con i tagli introdotti dal governo rosso-verde, molti pensionati ormai sono vicini alla soglia di povertà. E' necessario ritornare al livello delle pensioni di fine anni '90 e quindi alla possibilità di garantire un tenore di vita dignitoso a chi ha decenni di anzianità lavorativa. Il rafforzamento della previdenza integrativa, recentemente introdotto dalla Große Koalition, indebolisce la previdenza obbligatoria pubblica ed espone i lavoratori al rischio dei mercati finanziari.

E' necessario rifiutare il concetto neo-liberale di giustizia sociale espresso dal precedente candidato SPD Peer Steinbrück, che nel 2003 si era pronunciato a favore di una giustizia sociale basata "sulla performance", posizione ribadita poco prima delle elezioni del 2013 con queste parole: "giustizia sociale significa fare una politica per coloro che si impegnano per il futuro del nostro paese: che apprendono e si riqualificano, che lavorano, che fanno figli e li educano, che fanno impresa e creano lavoro, in altre parole, di coloro che fanno qualcosa per sé e per la società. La politica deve occuparsi di loro". No, il nostro stato sociale deve occuparsi di tutti, anche di coloro che hanno problemi, anche e soprattutto di queste persone; dei disabili, dei senza tetto, dei tossicodipendenti, di tutti coloro che secondo le parole di Steinbruch non possono essere considerati dei "fornitori di prestazioni".

Negli ultimi sondaggi il suo partito è davanti alla CDU/CSU. Per mantenere fino al giorno delle elezioni del 24 settembre l'ondata di ottimismo scaturita dalla sua candidatura, oltre ad una leadership simpatica e divertente, saranno necessari un programma attraente, la prospettiva di una maggioranza credibile per la SPD e un progetto comune con i futuri partner di governo. In caso di una coalizione con la CDU, anche se Lei fosse il Cancelliere, non ci sarebbe alcuna speranza di trasformare in realtà un'agenda politica fondata sulla solidarietà e la giustizia sociale. Per fare cio' Lei avrà bisogno di una coalizione rosso-rosso-verde e di un ampio supporto nella società civile. SPD, Verdi e Linke sono uniti dalla richiesta comune di un'assicurazione sanitaria unica che dia allo stato sociale un nuovo e piu' solido fondamento e che possa rappresentare una piattaforma programmatica unitaria per la coalizione rosso-rosso-verde (SPD, LINKE e Verdi).

Non appena hanno sentito il suo appello per una maggiore giustizia sociale e intuito la possibilità di un reale cambiamento di direzione politica, i lobbisti, gli economisti neo-liberali e gli altri opinionisti ci hanno immediatamente messo in guardia: c'è il rischio di un crollo del sistema produttivo tedesco affondato dal peso crescente delle prestazioni sociali e del welfare. Considerando le reazioni rabbiose delle associazioni degli industriali, Lei avrà bisogno di piu' coraggio, come del resto ha chiesto anche il Presidente della Repubblica neo-eletto Frank-Walter Steinmeier nel suo recente discorso all'Assemblea Federale. Anche nel caso in cui Lei fosse eletto Cancelliere, senza una proposta politica di ambia portata non Le sarà possibile superare le fratture sociali e le aberrazioni politiche sviluppatesi a partire dall'inizio dello scorso decennio.

Mit solidarischen Grüßen

Ihr Christoph Butterwegge