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sabato 27 ottobre 2018

Hans Werner Sinn: la Germania non deve essere ricattabile

Il prof. Hans Werner Sinn, anche se ormai è in pensione, intervistato dalle Stuttgarter Nachrichten non rinuncia a dire la sua sulla situazione italiana: la Germania non può rendersi ricattabile, se necessario gli italiani dovranno uscire dalla moneta unica. Hans Werner Sinn intervistato dalle Stuttgarter Nachrichten


SN: i timori di un ritorno della crisi dell'euro sono fondati?

Sinn: sono giustificati, perché per 10 anni gli italiani non hanno voluto fare le riforme necessarie per ripristinare la competitività perduta. Ora cercano una soluzione facendo piu' debito, nel dubbio anche una unione di trasferimento, mascherata sotto forma di una assicurazione europea contro la disoccupazione, oppure nascosta sotto forma di un'assicurazione comune sui depositi. Nel caso in cui l'UE si rifiuti, l'Italia minaccia di uscire.

SN: un'assicurazione sui depositi condivisa potrebbe ridurre il rischio di un bank-run.

Sinn: giusto. Tuttavia fornirebbe risorse illimitate anche alle banche zombie e quindi il materiale da utilizzare per fare scommesse e speculare. Si creerebbe in questo modo un enorme rischio sistemico per tutta l'Eurozona. Nel medio termine saremmo minacciati dalla ripetizione della crisi americana delle cosiddette banche "Savings and Loan", che negli anni '80 ha portato al fallimento di oltre 1.000 casse di risparmio e che è costata al governo degli Stati Uniti molti soldi. Questi istituti sotto la protezione dell'assicurazione sui depositi e con dei modelli di business dubbiosi si erano procurate denaro dai loro clienti da utilizzare per fare speculazioni. Anche le nostre Landesbank tedesche sono andate a fondo perché sono riuscite a procurarsi denaro a buon mercato grazie alla garanzia pubblica.

SN: ma lasciare andare l'Italia potrebbe uccidere l'eurozona ...

Sinn: questo lo dice lei. La verità è: siamo finiti in un vicolo cieco, dove non ci sono piu' vie d'uscita comode. L'unione di trasferimento non è una soluzione reale: porta ad una certa stabilità, ma a una stabilità che può anche essere descritta come una malattia cronica. Basta guardare al mezzogiorno italiano, che da decenni dipende dai trasferimenti del nord. Una malattia cronica come quella un'Europa che deve fronteggiare la concorrenza dei cinesi e degli americani non può permettersela.

SN:  cosa dovrebbe fare il governo federale?

Sinn: vorrei sconsigliare di continuare con la politica del denaro facile, perché ci ha portato a questa situazione intollerabile. Nel 2010, 2012, ci siamo messi le mani nelle tasche ed abbiamo promesso delle enormi garanzie per poter guadagnare del tempo e fare le riforme. Cosa è successo? Nulla di fatto, siamo sempre piu' in difficoltà e dobbiamo offrire garanzie sempre maggiori.

SN: ma supponiamo il caso che l'Italia esca - cosa succederebbe?

Sinn: Paolo Savona, l'attuale ministro per l'Europa, lo ha formulato in maniera teorica: prima di tutto introdurrebbe una sorta di moneta parallela sotto forma di titolo governativo, di piccolo taglio e che potrebbe essere utilizzata per le transazioni. Fatto ciò, durante la notte tutti i conti, i contratti di credito, i contratti di lavoro e di affitto verrebbero convertiti in lire. Il debito estero verrebbe rimborsato principalmente in lire, ai debiti contratti a partire dal 2012 tuttavia non si applicherebbe. Dovrebbero essere rimborsati in euro, cosa che sarebbe piu' difficile. L'enorme debito Target della banca centrale italiana nei confronti dell'Eurosistema e quindi indirettamente nei confronti della Bundesbank, quasi 500 miliardi di euro, non verrebbe ripagato. L'Eurosistema non ha basi giuridiche per far valere questo credito e dovrebbe quindi essere depennato, la Bundesbank dovrebbe sopportare circa il 30 per cento della perdita della somma complessiva.

SN: ma il maggior pericolo non è forse un altro, e cioé se l'Italia dovesse uscire dalla moneta unica, ci sarebbero altri paesi ad essere attaccati dai mercati e quindi ad uscire, e quindi alla fine finiremmo per avere solo un euro settentrionale, che si apprezzerebbe fortemente?

Sinn: c'è il rischio che altri paesi finiscano nella linea di fuoco - ma è anche un'opportunità nella misura in cui gli altri paesi alla fine per paura dovranno fare i loro compiti a casa. Il pericolo di un apprezzamento della valuta mi lascia relativamente freddo. Una zona euro del nord potrebbe facilmente contrastare questo apprezzamento acquistando con la propria valuta dei titoli nel resto del mondo. Ogni banca centrale può resistere ad un apprezzamento, gli svizzeri lo fanno da molti anni con grande successo.

SN: quindi non dovremmo farci impressionare dalla minaccia di un'uscita dell'Italia?

Sinn: non sono a favore di un'uscita dell'Italia, ma non possiamo renderci sempre piu' ricattabili. Per questo si dovrebbe scegliere una politica di solidità finanziaria e stabilità invece di questa politica della spesa pubblica eterna. L'Italia deve decidere da sé ciò che ha intenzione di fare. Forse potrebbe esserci un cambio di potere a Roma, perché l'attuale governo con i suoi desideri di spesa potrebbe fallire sul mercato dei capitali, e allora l'Italia ritornerebbe ad un corso politico basato sulla ragione.



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lunedì 17 ottobre 2016

Schäuble: sarà l'ESM a controllare i bilanci pubblici nazionali

Intervista della stuttgarter-nachrichten.de a Wolfgang Schäuble sui temi europei. Secondo il ministro tedesco in futuro i bilanci pubblici nazionali dovranno essere controllati e approvati dal Fondo ESM. Dalle stuttgarter-nachrichten.de


SN: Il FMI ha appena detto che la sua partecipazione al programma di aiuti per la Grecia non è certa, poiché la sostenibilità del debito è dubbia.

Schäuble: Questo è un equivoco

SN: Non sta andando verso un nuovo conflitto con il FMI?

Schäuble: Niente affatto. Il FMI dubita - ma non è una novità - che la Grecia riuscirà a mettere in pratica quello che ha promesso per far tornare il paese alla crescita. I greci al contrario hanno sempre detto: ce la faremo. In primavera abbiamo pertanto concordato che Atene dovrà adottare ulteriori misure se il FMI con il suo pessimismo dovesse avere ragione. Di questo ho parlato con i miei colleghi greci nella seduta dell'euro-gruppo di lunedì' - e anche il FMI lo ha confermato.

SN: Quindi nessun taglio del debito?

Schäuble: Il terzo programma durerà fino alla fine del 2018 e poi decideremo che cosa sarà ancora necessario. Se ora iniziamo a parlare di riduzione del debito, si ridurrà anche la determinazione a fare le riforme. Il problema della Grecia non è il debito, piuttosto la debolezza della sua amministrazione e la mancanza di competitività.

SN: Negli ultimi anni ha investito una quantità di lavoro simile a quella necessaria per la crisi greca nell'unione bancaria. Che cosa è andato storto, se ancora una volta ci troviamo a discutere se è giusto o meno che ad intervenire sia il contribuente?

Schäuble: Alcuni istituti portano con sé il peso del passato. E questo non ha niente a che fare con l'unione bancaria. E' sulla buona strada: le regole dicono che in caso di difficoltà dovranno intervenire prima gli azionisti e poi determinati tipi di creditori. Le nostre banche sono dotate di più' capitale - non ci si troverà mai d'accordo sul fatto che sia sufficiente o meno, poiché non sappiamo quali saranno gli sviluppi. Il rischio contagio oggi è molto più' basso. Tutti i partecipanti hanno imparato la lezione, quindi tutti siamo meglio attrezzati per affrontare le sfide future.

SN: Lei ha  appena detto, si applicano le regole. Non è un problema il fatto che siano approvate piu' leggi di quante ne vengano poi rispettate? La nuova Europa non dovrebbe avere bisogno di regole più' vincolanti?

Schäuble: Ho già sottolineato una volta, che le funzioni della Commissione dovrebbero essere separate nettamente. E' una conseguenza logica del fatto che il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker cerca di ottenere dal trattato di Lisbona e dalle elezioni europee un ruolo di guida politica. Questo stride con il ruolo di guardiano neutrale dei trattati che la Commissione dovrebbe avere. Per questo io penso che il fondo salva-stati ESM dovrebbe muoversi in questa direzione - almeno per i paesi dell'unione monetaria. Il Fondo ESM non valuterebbe i bilanci pubblici in chiave politica, piuttosto li valuterebbe rigorosamente secondo le regole.

SN: Questo sarebbe possibile solo con la modifica dei trattati UE

Schäuble: No, non dovremmo modificare il diritto di base. Potremmo ottenere questo risultato per la zona Euro anche solo con la modifica del trattato sull'ESM.

SN: Lei è sempre stato a favore di una maggiore unione politica, necessaria per difendere l'unione monetaria. Dopo il voto sul Brexit lei pero' si è speso per soluzioni pragmatiche. Non ha più' una visione per l'Europa?

Schäuble: Io ho molte idee su come poter migliorare i trattati europei. Mi manca pero' ogni idea sul modo in cui in un tempo ragionevole si possa arrivare ad una modifica dei trattati - con le votazioni e i referendum che sarebbero necessari. Dobbiamo quindi rendere l'Europa piu' efficace tenendola al di sotto della soglia di modifica dei trattati UE. Le visioni servono ad essere trasformate in realtà quando si presenterà un'opportunità. Questa non è la situazione attuale.

SN: Nel lungo periodo ritiene necessarie modifiche piu' ampie?

Schäuble: Naturalmente

SN: Come convive con il fatto di essere considerato da un lato un pensatore europeo, dall'altro di essere elemento di polarizzazione, soprattutto nel sud-Europa?

Schäuble: Non credo di essere causa di polarizzazione. Io voglio che si vada avanti e che i risultati siano raggiunti. E io sono uno che sta cercando di portare avanti l'Europa tutta insieme. Questo è il compito piu' urgente per i tedeschi. Non è sempre facile, e non posso essere sempre "everybody's darling". Si' a volte sono anche un po' scontroso. Cio' è dovuto al mio lavoro di Ministro del Bilancio: se non fosse cosi' tutti mi porterebbero la loro lista dei desideri, che io non potrei soddisfare.