mercoledì 30 gennaio 2013

La presunta sistemicità di Cipro


Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung si scaglia contro l'ennesimo Eurosalvataggio: Cipro non è sistemica e il contribuente europeo non puo' essere chiamato in causa. Da FAZ.net
Fino ad ora gli Eurosalvataggi sono sempre stati giustificati ipotizzando presunti rischi sistemici per l'intera Eurozona. In quest'ottica il salvataggio di Cipro potrebbe sembrare solo una consuetudine. Con la stessa motivazione si sono finanziati i deficit di bilancio di Grecia e Portogallo, si è convinto il governo irlandese a sostenere in maniera permanente le sue banche, e aiutato la Spagna a ricapitalizzare le casse di risparmio. Per Cipro, che ora ha bisogno di aiuti finanziari, lo stesso ragionamento è difficile da giustificare. Probabilmente anche in questo caso il contribuente europeo sarà chiamato ad intervenire. Nel frattempo, la pretesa dei  paesi Euro in difficoltà di ricevere aiuti finanziari si è trasformata in consuetudine.

Dopo le perdite causate dalla ristrutturazione del debito pubblico greco e quelle derivanti dai crediti concessi al settore privato greco, le banche cipriote lo scorso anno sono finite nei guai. I fondi necessari per la loro ricapitalizzazione, pari a 10 miliardi di Euro, hanno messo in difficoltà il bilancio pubblico e ora Cipro chiede di entrare sotto la protezione del fondo di salvataggio ESM. Il ministro delle finanze cipriota si aspetta dall'Europa la stessa solidarietà che Cipro ha mostrato in occasione del taglio del debito greco. Nel frattempo, si stima che il governo abbia bisogno di 6.5 miliardi di Euro aggiuntivi per rifinanziare i titoli di stato in scadenza e di altri 1.5 miliardi di Euro per tappare i buchi di bilancio. Con 17.5 miliardi di Euro il pacchetto di salvataggio sarebbe uguale al valore del PIL del paese, e sempre in relazione al PIL segna il record fra i prestiti concessi fino ad ora.

Con il salvataggio europoeo il debito di Cipro salirebbe al 190 % del PIL

Secondo la Commissione il rapporto debito/PIL già lo scorso anno aveva raggiunto il 90%. Con il nuovo piano di auti si arriverebbe al 190% del PIL. Sarebbe davvero un miracolo se il paese fosse in grado di rimborsare tutto il debito con le proprie forze. Ma il salvataggio non è lontano, se come nelle intenzioni dei paesi del sud Europa il fondo ESM si accollerà i costi dei salvataggi bancari, e se la BCE dal prossimo anno avrà anche il controllo bancario. Cipro potrebbe scaricare 10 miliardi di Euro di debiti bancari sul fondo ESM  in cambio di una partecipazione senza alcun valore nelle banche, lasciando al contribuente europeo l'onere di saldare il conto.

L'intera operazione viene motivata sostenendo che dalla crisi delle banche cipriote potrebbero nascere rischi sistemici per l'intera Eurozona. Bisogna avere un bel po' di fantasia per vederla in questo modo. Il totale degli attivi delle banche nazioniali nel 2011 era di circa 110 miliardi di Euro - pari all'1.2 % del PIL dell'Eurozona o al 5% del totale degli attivi di Deutsche Bank. Poichè gli attivi sono finanziati per il 72% dai depositi bancari, i collegamenti con le altre banche europee non sono cosi' importanti - i debiti verso le altre banche sono circa 15 miliardi di Euro. A cio' si aggiunge il fatto che solo 32 miliardi di Euro di depositi bancari appartengono ai ciprioti. Il resto appartiene a clienti greci (17 miliardi) e altri stranieri (23 miliardi), la maggior parte russi o di altre repubbliche ex sovietiche. Con una tale struttura di finanziamento sarebbe molto sorprendente se una partecipazione dei creditori al risanamento delle banche in misura del 10%, pari ai 10 miliardi necessari, mettesse in pericolo l'intera zona Euro.

Oneri a carico degli stranieri

I fautori del bail-out sostengono che se si decidesse di far pagare i creditori delle banche, negli altri paesi si scatenerebbe il panico. Secondo le leggi europee sono assicurati solo i depositi fino a 100.000 €. Per gli importi che superano questa soglia, deve essere ragionevolmente previsto un rischio. Sarebbe pertanto coerente con le condizioni vigenti se almeno i depositi superiori a questo importo fossero chiamati a partecipare. Poiché probabilmente la maggior parte dei conti degli stranieri rientrano in questa classe, alla fine si potrebbe raccogliere una somma considerevole. Si potrebbe quindi coprire la mancanza di capitale delle banche, convertendo in azioni i crediti dei depositanti e degli obbligazionisti coinvolti.

Allo stato attuale l'assistenza finanziaria a Cipro è congelata. L'Eurogruppo si riunirà il 24 febbraio e prima di decidere preferisce aspettare il secondo turno delle elezioni presidenziali. Si spera che al presidente uscente Christofias, un comunista dichiarato, possa succeddere il candidato conservatore Anastasiades. Il suo compito sarà eliminare gli ostacoli sulla strada che separa l'isola dal salvataggio europeo. E cosi' cio' che per gli altri paesi è stato giusto e opportuno, per Cipro sarà  solo a buon mercato

4 commenti:

  1. Facendo il ragionamento inverso, al contribuente europeo è stato richiesto il salvataggio (delle banche) di Grecia, Portogallo e Irlanda perché in quel caso erano Europei, ed in particolar modo tedeschi e francesi, gli interessi (crediti) da tutelare. Quindi il concetto è: se le banche straniere (della mafia russa o gli evasori) fanno moral hazard inondando un Paese dell'Euro di capitali non bisogna intervenire, ma se lo fanno le rigorose banche tedesche e Francesi si. E perché, si chiede allora il contribuente italiano, dobbiamo salvare le banche estere? perché

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  2. Nel caso della crisi Cipriota alla Germania e ai paesi "centro" va ancora meglio che nel caso delle crisi dei Pigs:si ritrovano un bel pachetto di asset vari Ciprioti da acquistare sottocosto e per giunta senza neanche crediti inesigibili da dover andare a riscuotere!è il massimo della goduria!

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  3. Ma poi il problema non è tanto che il contribuente UEM paghi "di più", dato che il volume della capitalizzazione ESM quello rimane (e con Francesco abbiamo sviscerato la questione:-)), ma è la "condizionalità" ESM-merkel-bundebank: in effetti, ESM presta a "interesse" non gratis e comunque la "restituzione" del debito pubblico è un concetto sbagliato.
    Quella che conta è la sua "sostenibilità": ma è proprio la "condizionalità" prevista dall'ESM che provoca, in base a ideologie economiche deliranti, la recessione prolungata del paese "salvato" e, quindi, la insostenibilità del debito contratto (avvitandolo in una spirale di decrescita e aumento degli interessi)

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  4. Cosa dirà, Mastro Ciliegia, del successivo salvataggio, quello della Slovenia?
    La Slovenia, alla vicenda della quale, a partire dalla secessione dalla seconda federazione Jugoslava, la Germania non è esattamente estranea.
    Ho come il sospetto che i legami finanziari tra Slovenia e Germania siano molto stretti ...
    Ma forse la Slovenia è "sistemica" ...

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