giovedì 29 marzo 2018

Perché in realtà nessuno si sogna di mettere in discussione Hartz IV

Qualcuno nella SPD ha provato a lanciare l'idea di un "reddito di base solidale" come alternativa ad Hartz IV. I vertici del partito socialdemocratico non hanno perso tempo nel far sapere che Hartz IV, con il suo carrozzone fatto di sanzioni, corsi di formazione obbligatori e impiegati zelanti non è affatto in discussione. Mark Schieritz su Die Zeit con un commento molto interessante ci spiega perchè il superamento di Hartz IV al momento è impensabile: si dovrebbe aumentare il salario minimo fissato dalla legge mettendo in pericolo interi settori fondati sul lavoro a basso costo. Ne parla Die Zeit.


In realtà dovremmo essere grati a Jens Spahn. Con le sue dichiarazioni controverse su Hartz IV ha involontariamente avviato un dibattito atteso da tempo, e cioè se il reddito minimo statale nella sua forma attuale possa essere ancora considerato adeguato ai tempi. La risposta è no.

Quando Hartz IV fu introdotto, la Germania era un paese con oltre cinque milioni di disoccupati e un debito pubblico in rapida crescita. Oggi, in alcune regioni c'è la piena occupazione e il debito pubblico sta diminuendo. Si può discutere a lungo su quanto l'introduzione di Hartz IV abbia contribuito a questa inversione di tendenza, ma una cosa è chiara: oggi rispetto ad allora dal punto di vista economico è molto piu' difficile giustificare il fatto che il governo deve risparmiare proprio su coloro che comunque hanno poco o nulla.

Perché è quello che accade: le tariffe standard non tengono conto, ad esempio, del fatto che l'elettricità è diventata sempre più cara, e che non sono previste spese per l'alcol o il tabacco. E chi non si presenta ad un appuntamento all'Arbeitsamt deve aspettarsi un ulteriore taglio al sussidio - solo tra ottobre 2016 e settembre 2017 ci sono stati 965.000 casi in cui sono state applicate sanzioni. Le stime lo mostrano chiaramente: se Hartz IV dovesse consentire una vita dignitosa con un minimo di partecipazione sociale, bisognerebbe aumentare le indennità di 50 o 100 euro al mese.

L'aumento dei sussidi tuttavia è solo uno fra gli elementi necessari di una riforma. Perché se lo stato decidesse di spendere di piu' per le persone bisognose, potrebbero esserci diversi effetti collaterali indesiderati. Probabilmente non varrebbe piu' la pena cercarsi un lavoro oppure passare da un lavoro part-time a basso reddito a uno a tempo pieno - perché di fatto il sostegno statale viene meno quando il reddito aumenta, mentre si iniziano a pagare le tasse e le imposte. Più lordo, in determinate circostanze, può significare anche meno netto. Chiunque cercasse di rendersi indipendente dai sussidi statali verrebbe punito finanziariamente.

Per inciso, questo è anche il motivo per cui Hartz IV, anche in una fase con entrate fiscali copiose come questa, non può essere aumentato a piacere. Almeno non senza paralizzare una parte significatica del mercato del lavoro tedesco. Ma ciò non significa che non si possa fare nulla. Il governo dovrebbe affrontare la questione in maniera sistemica: il salario minimo probabilmente dovrebbe essere aumentato, la tassazione sui redditi piu' bassi dovrebbe scendere e i diversi trasferimenti statali - indennità di alloggio, assegni familiari, sicurezza di base - dovrebbero essere  meglio coordinati. Nell'accordo di coalizione fra Unione e SPD ci sono alcune buone idee, ma non vanno abbastanza lontano. Anche perché un simile attacco al settore a basso salario costerebbe probabilmente miliardi.

E poi c'è la questione su cosa dovrebbe effettivamente accadere a coloro che non trovano un lavoro regolare - ad esempio, perché sono disoccupati da così tanto tempo che non hanno piu' alcuna possibilità di essere collocati sul mercato del lavoro regolare. Per queste persone la SPD vorrebbe introdurre un cosiddetto "reddito di base di solidarietà", una sorta di mercato del lavoro statale per i disoccupati di lunga durata. Cosa dovrebbe significare nel dettaglio non è ancora chiaro.  Ad esempio, le persone coinvolte potrebbero essere impiegate da aziende municipali per svolgere lavori socialmente utili retribuiti: pulizia dei parchi, mantenimento degli edifici pubblici in buone condizioni, allenamento delle squadre giovanili nelle associazioni sportive.

Per questa ragione, il "reddito di base di solidarietà" differisce in maniera fondamentale dal reddito di base incondizionato, che invece resta popolare in alcune aree della sinistra.  Nel concetto di reddito di base incondizionato il lavoro è inteso come un male da evitare, motivo per cui tutti dovrebbero avere il diritto di accedere ai sussidi statali, indipendentemente dal fatto che lavorino o meno. I sostenitori del reddito di base di solidarietà, invece, considerano il lavoro come un mezzo per la partecipazione sociale, quindi chiunque sia in condizione di farlo dovrebbe avere la possibilità di lavorare.

E' decisamente piu' probabile che la realtà della vita in un moderno stato industriale si avvicini a questo modello.

Sullo stesso argomento: La nuova frontiera di Hartz IV

7 commenti:

  1. Che schifo. La collettività paga per far mantenere bassi i salari e consentire ai capitalisti di guadagnare di più. Allo stesso tempo la collettività paga per mantenere un minimo di potere d´acquisto a coloro che rimangono disoccupati per consentire ai capitalisti di delocalizzare trovando comunque qualcuno che compri i loro beni guadagnandoci di più. Siamo tornati alla schiavitù

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    1. Beato te che non conoscendo il tedesco puoi riportare quello che leggi in giro senza verificare. Dal 2013 al 2017 i salari sono cresciuti del 10% e nonostante gli articoli di blog che vogliono la Germania così diversa da quello che è nella realtà, gli italiani che sono emigrati là sono passati dai 22 mila del 2008 ai 74 mila del 2015 mentre nel contempo sono usciti, presumibilmente rientrati in patria, 28 mila nel 2008 (più quindi di quelli emigrati) a 38 mila del 2015 (meno di quelli che si sono recati). Masochisti?

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    2. Beato te che puoi stare su internet a perdere tempo a sostenere le tue.tesi prendendo dati tendenziosi tacciando li altri si ignoranza? Sai che il mondo esisteva prima del 2013? Nella tua cieca crociata pro germagna manco ti sei accorto che la mia considerazione era di carattere generale e non riferita alla Germania in particolare...

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  2. In verità gli italiani emigravano con le monete pre-unitarie, con la Lira, continuano ad emigrare con l'euro e continueranno ad emigrare anche con le cripto-valute o con quello che arriverà dopo l'euro. Il flusso di immigrati italiani in Germania, dati alla mano sta rallentando ed è possibile che già il 2017 o il 2018 possano essere gli anni dell'inversione di tendenza. Perchè l'emigrazione può essere una scelta anche felice se appunto è una scelta mentre è drammatica quando non hai gli strumenti culturalk per affrintarla e sei obbligato a farlo dalle condiziini economiche del tuo paese. Tradotto: lavoratori italiani senza una qualifica e senza conoscenza del tedesco, senza un alloggio che arrivano qui a frotte e finiscono a lavorare nelle cucine di qualche ristoratore italiano che per mesi li fa lavorare in condizioni infami. Come si fa ad ignorare il fatto la responsabilità di questo enorme flusso verso l'estero è proprio di chi voleva salvare il paese?

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    1. Concordo sul fatto che molti partono allo sbaraglio finendo per scontrarsi con una realtà ben diversa da quella sperata. Da parte mia sconsiglio vivamente di seguire queste illusioni allo stesso modo in cui consiglio a chi ha adeguata preparazione di cercare là un lavoro perché qui di opportunità qualificate ce ne sono in misura insufficiente, nel senso che solo il nordest registra dati paragonabili a quelli tedeschi. Non sono però dello stesso avviso sul presunto rientro degli italiani che emigrano, in Germania si prevede nei prossimi anni un milione di posti di lavoro, in particolare di medio e alto profilo quindi potranno essere qualcosa meno degli oltre 74 mila del 2015 ma di certo non la metà come prima della crisi. Pet cambiare la situazione occorrono riforme strutturali, altro che inseguire fantasmi come l'uscita dall'euro(pa) e sovranismi vari.

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    2. @Maurizio Cocucci31 marzo 2018 07:47
      Pet cambiare la situazione (in Italia) occorrono riforme strutturali, altro che inseguire fantasmi come l'uscita dall'euro(pa) e sovranismi vari.

      Vero però tornare alla propria moneta é imprescindibile. Se poi si continuerà a fare deficit come in passato prevalentemente, per foraggiare le proprie clientele elettorali, allora il governo italiano tornerà sul Britannia ancora una volta col cappello in mano. Ma questa volta non gli verrà chiesto di cedere solo gli ultimi assets industriali ma anche territorio.
      Già oggi la Francia pretende un pezzo di mare tra Corsica e Sardegna, figuriamoci domani quando avremo di nuovo le pezze al c..o.

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    3. Ecco potrebbe per l'Italia finire così se la Politica non si da una mossa. Ma non vedo gli uomini adatti allo scopo, in campo ci sono 5 marmocchi onesti fin che volete ma del tutto incompetenti.

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