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giovedì 17 agosto 2023

Quando il cambiamento climatico diventa una questione di fede

Anche in Germania sui media pubblici è in corso una campagna di indottrinamento in favore delle ben note tesi sul cambiamento climatico, tesi portate avanti dai media mainstream e da ampi settori della politica e dell'economia. L'obiettivo della campagna ovviamente è mettere a tacere le voci critiche e impedire ogni forma di dibattito razionale o di dissenso, come del resto era accaduto ai tempi della pandemia. Ne scrive in un articolo molto interessante l'ottimo Norbert Haering

ard campagna cambiamento climatico

Dalla ARD arrivano racconti isterici sulla calura estiva, suggerimenti linguistici per denigrare i pensieri altrui e un'app meteo per bambini che fa bruciare la Terra con effetti speciali. Dalla ZDF arriva una guida per una cronaca meteorologica allarmistica. Dal Ministro della Salute un elogio alla compiacenza dei media pubblici nella copertura delle ondate di calore. Questo quadro complessivo compone l'immagine di una campagna che cerca di soffocare la lotta scientifica e sociale per ottenere una diagnosi e una terapia razionale in favore di un approccio dogmatico

Guida linguistica dell'ARD

Recentemente, la trasmissione Monitor di ARD ha promosso su Instagram una regola linguistica sul cambiamento climatico che ha suscitato scalpore.

campagna social della wdr
Campagna social della WDR

Un post sui social media della WDR

Si dice "riscaldamento globale": "Sembra piacevole e positivo. In realtà il pianeta si sta riscaldando. Questo minaccia milioni di persone. Termine alternativo: surriscaldamento del pianeta". Oppure:

"Cambiamento climatico: sembra un processo naturale e delicato. In realtà, i cambiamenti sono drastici, pericolosi e causati dall'uomo. Termine alternativo: crisi climatica".

Anche "scettico del clima" viene sminuito, perché "sostenitore" suggerirebbe riflessione, valutazione e giudizio autonomo: "Ma non ci sono dubbi sulla crisi climatica causata dall'uomo". Per questo Monitor propone il termine alternativo "negazionista del clima".

Il termine "negazionista del clima" non viene usato con il genere.  Quando si tratta di denigrare il pensiero altrui, è meglio rinunciare alla correttezza di genere anziché rovinare un termine da battaglia potente. Nessun genere inoltre si lamenta della propria esclusione quando si tratta di termini negativi come "terrorista" e "negazionista del clima". 

È necessaria una notevole volontà di manipolazione propagandistica per proporre esplicitamente il termine altrettanto assurdo quanto denigratorio di "negatzionista del clima" per le persone che sostengono opinioni diverse su vari aspetti climatici. Dopotutto, nessuno "nega" il clima. Il termine è quindi massimamente impreciso. Funziona solo come associazione e promuove così l'emozionalizzazione, che è l'intento dichiarato di Monitor. La ZDF ha una visione simile.

Uomo della ZDF propaga una guida per raccontare il clima

Dall'iniziativa World Weather Attribution (WWA) arriva in dodici lingue una "Guida per i media" intitolata "Raccontare eventi climatici estremi e il cambiamento climatico". L'introduzione dell'edizione tedesca è a cura di Özden Terli, il meteorologo della ZDF.

quida per i media World Weather Attribution
Guida per i media della World Weather Attribution

WWA si propone di determinare rapidamente e diffondere in modo pubblico, attraverso calcoli e modelli, se un evento meteorologico estremo che sta attualmente tenendo impegnati i media è causato dal cambiamento climatico. Poiché gli eventi meteorologici estremi sono sempre esistiti, con o senza cambiamento climatico, ciò naturalmente non può essere in alcun modo affermato con certezza. La soluzione di WWA è derivare sulla base dei modelli un'affermazione su quanto l'evento sia diventato più probabile a causa dell'aumento della CO2 nell'atmosfera e del conseguente cambiamento climatico causato da esso.

Tra i sostenitori di WWA c'è il noto Imperial College di Londra, che durante la pandemia di COVID-19 ha supportato in modo pseudo-scientifico misure radicali basate su proiezioni estreme di un presunto numero enorme di vittime.

Praticamente tutti i partecipanti all'iniziativa e i loro finanziatori provengono dal campo di coloro che da molto tempo sono convinti che il cambiamento climatico sia per lo più causato dall'uomo e che in caso di dubbio la riduzione delle emissioni di CO2 sia un obiettivo che deve avere la priorità su tutto il resto. Pertanto, da WWA non ci si può aspettare una modellazione imparziale con risultati aperti.

Norbter Haering
Norbert Haering


Norbert Häring (* 1963) è un giornalista economico tedesco. Dal 2002 è redattore di economia presso Handelsblatt. Ha pubblicato diversi libri, anche sul tema della politica monetaria.[1]





Tra le certezze di WWA dalla guida emerge che:

"Ogni ondata di calore nel mondo ora è più forte e più probabile a causa del cambiamento climatico causato dall'uomo."

Ogni ondata! Ovunque nel mondo! Nel racconto giornalistico si può quindi generalmente attribuire al cambiamento climatico causato dall'uomo ogni ondata di calore, anche se non esistono ancora studi al riguardo.

L'unico problema potrebbe essere il ruolo delle correnti d'acqua, accusate anche dell'ultima ondata di freddo qui da noi e di un'ondata di calore contemporanea nel Sud Europa. WWA minimizza le proprie affermazioni in questo senso con l'introduzione "alcuni piccoli commenti". Questo dovrebbe probabilmente suggerire ai lettori che non è così importante cosa stanno leggendo, ovvero che non si può ancora dire con certezza se e come questo fenomeno ricorrente sia influenzato dal cambiamento climatico. Tuttavia, è piuttosto importante: perché se la forza e la frequenza di tali costellazioni di correnti d'acqua sono indipendenti dal cambiamento climatico, allora ci sono sicuramente ondate di calore per le quali non si può incolpare il cambiamento climatico.

Özden Terli e la ZDF sembrano non essere disturbati dal pregiudizio degli autori della guida mediatica - anzi. Terli scrive usando proprio i termini proposti da Monitor (evidenziazione corsiva mia):

"Non possiamo andare avanti come prima. La crisi climatica sovrasta tutto e non è solo parte della redazione scientifica o un altro argomento ambientale. La catastrofe climatica imminente è un problema fondamentale che colpisce tutti gli aspetti della nostra vita ovunque nel mondo e, se non cambiamo direzione, avrà conseguenze catastrofiche.

La copertura della crisi climatica e della difesa del clima è spesso molto superficiale. Mentre dovremmo discutere delle migliori soluzioni per raggiungere la neutralità climatica, c'è consenso scientifico sulle cause. Tuttavia, le trasmissioni speciali spesso ospitano presunti falsi esperti. "Bilanciamento errato" è la parola chiave. Ciò porta a un disequilibrio nella comunicazione dei fatti scientifici. Quando il 99,9% degli scienziati attribuisce il riscaldamento del pianeta all'uomo, è disastroso mettere uno scienziato parte di una schiacciante maggioranza sullo stesso piano di un rappresentante di una minuscola minoranza. Perfino nel 2021, i negazionisti del cambiamento climatico sono stati invitati nelle discussioni televisive da parte dei media tedeschi - e sono stati definiti "critici " senza tuttavia una loro condanna"

Se Terli della ZDF si sia lasciato ispirare da Monitor dell'ARD o viceversa, o se entrambi utilizzino una stessa linea guida non nota al pubblico - la mia opinione è che sia la seconda opzione - rimane aperto.

Uno può avere opinioni diverse sul fatto che il cambiamento climatico sia interamente, principalmente o solo in piccola parte causato dall'uomo. Ma le affermazioni di Terli sono decisamente esagerate, come quella secondo la quale il 99,9% degli scienziati attribuisca (principalmente) il cambiamento climatico all'influenza umana, o che tutti gli ambiti della vita ovunque nel mondo ne siano influenzati.

Certo, se la Terra fosse in fiamme e bruciasse, come suggerisce un'app della WDR, alla quale arriveremo, a un certo punto allora potrebbe anche diventare corretto. Ma da qui ad allora, ci sono almeno diverse generazioni di regioni solitamente fredde in cui la vita diventerà più facile e ci saranno vaste parti del mondo in cui la crescita delle piante sarà addirittura stimolata. Questo non significa che il cambiamento climatico sia globalmente positivo, ma negare esplicitamente qualsiasi effetto positivo suona alquanto assurdo.

Sostenere che tutti gli scienziati (seri) siano d'accordo con lui, escludendo quelli che dissentono dalle tesi preferite, fa sembrare Terli ostile alla scienza. Naturalmente si può sostenere che (tutti) gli scienziati (seri) abbiano la stessa opinione, definendo automaticamente non scienziati coloro che dissentono, indipendentemente dal numero di premi Nobel che potrebbero avere. Questo non è un approccio serio. La disputa è una parte integrante della scienza. Dove il consenso è così ampio, nessuno sente la necessità di proclamarlo. Quando qualcuno si basa sul consenso, è ragionevole presumere che esista ancora almeno una grande minoranza che la pensa diversamente.

Una campagna coordinata

L'emittente pubblica non si considera più (o non si vede più) come un soggetto neutrale, ma come parte attiva di una campagna per salvare il mondo. Nonostante tutte le menzogne, gli scandali e le ipotesi, a fine luglio il Ministro della salute Lauterbach poteva annunciare con orgoglio che aveva intensificato la collaborazione con i media pubblici per quanto riguarda la protezione dalla calura. Questa è ora "molto più integrata nelle notizie".

Ciò era già diventato alquanto evidente quando la ARD ha fatto una copertura intensa delle ondate di calore da tutto il mondo nei suoi telegiornali prima della dichiarazione del 15 luglio come "Giornata commemorativa delle vittime della crisi climatica globale" da parte dell'UE in un evento nell'Ahrtal, e ha continuato a farlo anche quando un periodo insolito di freddo e umidità aveva già colpito la Germania intera.

giovedì 19 settembre 2019

La favola del miracolo economico tedesco

Il miracolo economico tedesco del secondo dopoguerra sarebbe solo una favola che i tedeschi si raccontano per coltivare il loro orgoglio. Ludwig Erhard invece sarebbe  un economista di quarto ordine, mentre l'economia sociale di mercato non sarebbe mai esistita, soprattutto perché l'aggettivo sociale non vi ha mai trovato spazio; e anche il famoso miracolo dell'export è un'altra favola consolatoria, perché si dovrebbe parlare piu' che altro di un deficit delle importazioni, almeno secondo la giornalista e scrittrice Ulrike Herrmann. Una riflessione molto interessante e lontana dai soliti luoghi comuni, in chiave anti-nazionalista, dell'ottima Ulrike Herrmann intervistata dalla Ard.



Si tratta della narrazione che facciamo del nostro paese. La maggior parte dei nostri miti nazionali hanno a che fare con il modo in cui noi tedeschi nel dopoguerra siamo rapidamente diventati ricchi e potenti. "Tutti questi miti non sono affatto veritieri", afferma la giornalista Ulrike Herrmann. "Si dice sempre che i tedeschi, con la loro diligenza e raffinatezza, da soli abbiano realizzato un miracolo economico unico, e questo non è vero - in effetti, tutta l’Europa è cresciuta dopo la seconda guerra mondiale, e alcuni paesi hanno avuto addirittura piu’ successo di noi. Ad esempio, in termini di reddito pro-capite il paese di maggior successo di sempre - nessuno lo sa – è stata la Spagna". 



La Spagna? Preferiamo credere solo al miracolo economico tedesco, perché vorremmo essere una superpotenza economica indipendente. Ma questa storia è solo una favola.

Il problema del "mito di Erhard"

E allora il padre del miracolo economico, Ludwig Erhard? Solo un economista di quarto ordine, afferma Ulrike Herrmann. E un profittatore del nazismo. "Ludwig Erhard è stato direttamente legato al regime nazista e in termini finanziari ha tratto un enorme vantaggio da questo orrore, secondo me il fatto che Ludwig Erhard ancora oggi venga celebrato come se fosse un eroe tedesco è semplicemente uno scandalo".

Anche i politici dei Verdi si fanno fotografare volentieri insieme ad Erhard. Dietro c'è l'idea che noi tedeschi, con grande diligenza, ce l'abbiamo fatta da soli. Nel fare ciò però abbiamo fatto affidamento sul commercio europeo come nessun altro paese - e sull'aiuto dei nostri vicini. "Il problema con il mito di Erhard è proprio questo", afferma Herrmann. "Si finisce per perdere di vista l'importanza degli europei e il fatto che senza l'Europa non ci saremmo mai arricchiti, e ora che l'Eurozona è in crisi, per i tedeschi ovviamente è estremamente pericoloso pensare di poter andare avanti in autonomia e in qualche modo riuscire a sopravvivere da soli. I tedeschi, come spesso si afferma, sarebbero gli ufficiali pagatori d'Europa e starebbero molto meglio se fossero da soli. Come si può leggere nel programma elettorale di AfD"

La fiaba dell'economia sociale di mercato

Dobbiamo finalmente liberarci dalla menzogna insita in certe favole economiche. Lo chiede Ulrike Herrmann nel suo nuovo libro. E quella "dell'economia sociale di mercato" di Erhard è una di quelle favole. Ci fa credere che la durezza del capitalismo sia stata messa sotto controllo e ribilanciata dalla politica.

Ma allora non è vero? Non doveva funzionare per tutti? In Germania non abbiamo forse un rapporto unico fra capitale e lavoro?


Ulrike Herrmann afferma: "Economia sociale di mercato - questo è quello che pensano molti tedeschi quando gli viene ripetuto che l'economia di mercato in Germania convive con la politica sociale. Ma in realtà l'idea di fondo di Erhard era quella secondo cui il mercato stesso è già sociale di per sé. Il che ovviamente non significa altro che che tutti si meritano quello che guadagnano, e cioè: i ricchi sono a ragione ricchi, e non c'è bisogno di alcun sindacato. Erhard è sempre stato contro i sindacati e ha sempre ripetuto che bisognava ridurre i salari. E questa idea: viviamo in un'economia sociale di mercato, e quindi i lavoratori dovrebbero essere grati di vivere in questo sistema perfetto, e non dovrebbero chiedere salari più alti, perché tutto è già così sociale. E questo si trascina fino al giorno d'oggi. E tragicamente bisogna dire che Gerhard Schröder con la sua Agenda 2010 in realtà è stato l'erede perfetto di Erhard”.

Diventare ricchi grazie alla povertà?

Schröder era orgoglioso di aver creato il più grande settore a basso salario d'Europa, in uno dei paesi più ricchi al mondo. Il suo argomento: se vogliamo che l'economia prosperi bisogna alleggerire il peso sulle aziende, e alla fine tutti potranno trarre beneficio da questa ricchezza. "L'intera filosofia alla base del settore a basso salario", afferma Herrmann, "è assurda, perché si fonda sull'idea che si possa diventare ricchi diventando piu' poveri. Le persone vengono rese artificialmente povere dai bassi salari, e ciò dovrebbe condurre al benessere. Ma questa è una stupidaggine. La povertà non può renderti ricco. Ma quello che la Germania dovrebbe fare è porre fine quanto prima a questo settore a bassa retribuzione e convertire tutti questi lavori - mini-jobs, lavoro interinale e così via - in posti di lavoro regolari pagati con un salario dignitoso.

Non c’è un surplus di esportazioni, ma un deficit di importazioni

I salari in Germania vengono mantenuti bassi in modo da poter vendere le nostre merci all'estero al prezzo piu' basso possibile: questo è il mito del campione mondiale dell'export. Ma le nostre eccedenze nell'export non sono qualcosa di cui essere felici, Herrmann dice a proposito: "In realtà, bisognerebbe dire che ciò a cui assistiamo, non è un’eccedenza nell’export, ma un deficit di importazioni - se si vanno a vedere le ragioni di questo surplus, si capisce che ciò accade perché i salari in Germania sono così bassi che non possiamo permetterci di comprare abbastanza beni dai nostri vicini ".

Con i nostri bassi salari e le nostre merci economiche mettiamo gli altri europei sotto pressione. E allo stesso tempo importiamo troppo poco di quello che loro producono. Al contrario: prestiamo loro denaro per acquistare i nostri beni, il che rende la somma del debito non piu’ rimborsabile sempre maggiore. "Dagli Stati Uniti al Fondo monetario internazionale, all'OCSE, alla Banca centrale europea, i nostri vicini, primo fra tutti Macron, ci dicono che in Germania i salari devono aumentare, in modo che l’economia possa crescere e quindi mettere in moto anche l’import. E tutti sono concordi su quello che la Germania dovrebbe fare, solo i tedeschi non ne vogliono sapere", afferma Herrmann.

Pericolo per la democrazia

Si tratta di una follia economica e di un pericolo per la democrazia. Perché questa ci promette l'uguaglianza di tutte le persone. Herrmann afferma: "Ma l'economia attualmente produce grandi diseguaglianze e avvantaggia solo il 10% piu’ ricco. Non si può promettere l'uguaglianza politica e poi consentire una disuguaglianza economica che diventa sempre più ampia, in questo modo avremo sempre piu’ persone che si sentono lasciate indietro, le quali avranno la sensazione di non trarre alcun beneficio. E alla fine ad affermarsi sarà solo il disincanto politico e questo disprezzo per lo stato. E cio‘ potra essere sfruttato politicamente dai partiti estremisti "

Alla fine non è così difficile: abbiamo solo bisogno di storie nuove e buone.







domenica 21 ottobre 2018

Evasione fiskale alla tedeska

Il mito della presunta superiorità morale dei germanici era già stato messo in crisi dai numerosi scandali degli ultimi anni, fra i quali Volkswagen, Deutsche Bank, Siemens e tanti altri, ora con la gigantesca truffa sui rimborsi fiscali, i cosiddetti "Cum-cum" e "Cum-ex", lo possiamo tranquillamente sotterrare. La truffa dei volenterosi evasori di Francoforte non riguardava solo il fisco tedesco, ma è arrivata a sottrarre anche 4.5 miliardi di euro al fisco italiano, almeno secondo le ricostruzioni di un gruppo di coraggiosi giornalisti europei. Il governo tedesco sapeva tutto sin dal 2002 ma non ha mai trovato il tempo di informare i paesi amici. Dalla ARD, la tv pubblica tedesca, un'ottima inchiesta sul piu' grande scandalo fiscale di tutti i tempi.


Sono almeno 55 miliardi di euro: l'aggressione organizzata alle casse pubbliche attraverso "operazioni in ambito fiscale" è molto più grande di quanto ipotizzato. Lo confermano le ricerche di un gruppo di testate giornalistiche europee a cui ha partecipato anche ARD.

Proprio in cima, dal 32 ° piano di una torre per uffici nel distretto finanziario di Francoforte, hai una vista impressionante. All'orizzonte si vede il Taunus, e se ti avvicini alle finestre e guardi in basso, vedi le persone giù nelle strade piccole come formiche. Forse è proprio per questo che è diventata la scena del crimine nel più grande scandalo fiscale di tutti i tempi.

Un insider vuota il sacco

"Abbiamo guardato fuori dalla finestra e abbiamo pensato: siamo i più intelligenti, siamo i geni e voi siete tutti stupidi". L'uomo che lo afferma oggi non siede piu' in cima al grattacielo, ma in un arido loft di Colonia. Indossa una maschera per non essere riconosciuto in TV.

Solo dopo aver ottenuto delle rassicurazioni sul suo anonimato ha accettato di concedere un'intervista, perché il top-insider della falange degli evasori è il principale testimone del procuratore di Colonia nella più grande inchiesta fiscale mai esistita. Da solo era riuscito a impossessarsi di almeno 50 milioni di euro di quel tesoro. L'inchiesta è ancora in corso, ma presto ci saranno i primi rinvii a giudizio e l'uomo con la maschera dovrà essere un testimone dell'accusa. Una persona del genere quando inizia a cantare non si fa certo molti amici - e ora si presenta per la prima volta davanti al pubblico.

Almeno 55,2 miliardi di euro di danni

L'intervista è parte di un'inchiesta giornalistica pubblicata in tutto il mondo sotto il titolo "Cum-Ex-Files". 19 testate giornalistiche di dodici diversi paesi si sono unite sotto la direzione del centro di ricerca CORRECTIV per indagare sull'aggressione organizzata alle finanze pubbliche mediante complicate operazioni sui titoli azionari, comprese quelle note come transazioni "cum-cum" e "cum-ex". La ricerca mostra che la portata di questi affari, noti nel settore come "operazioni in ambito tributario" è di gran lunga superiore a quanto si pensasse in precedenza. Oltre alla Germania, ad essere colpiti ci sono almeno altri dieci paesi europei.

Nel settore finanziario sono noti anche come "affari fiscali": blocchi di azioni in grandi volumi, spesso per miliardi di euro, movimentati avanti e indietro, a breve o a brevissimo termine, per ottenere indebitamente un rimborso delle tasse. Nel caso di transazioni ex-cum e delle loro varianti, una volta che una tassa è stata versata, viene persino rimborsata più volte.

Il danno fiscale ammonterebbe ad almeno 55,2 miliardi di euro. Il governo federale per anni ha omeso di mettere in guardia i partner europei, anche se era da tempo a conoscenza della ruberia. In Germania, ad essere coinvolte nella ricerca sono state la ARD Panorama, "Zeit", "Zeit Online" e NDR Info.

Per i "Cum-Ex-Files" sono state valutate oltre 180.000 pagine di file riservati nonché i documenti delle commissioni parlamentari di inchiesta, i rapporti interni di banche e studi legali, i file dei clienti, i libri contabili e le e-mail. Altre interviste con addetti ai lavori e ricerche segrete nel settore finanziario dimostrano che il business è andato avanti fino ad oggi.

"Crimine organizzato in gessato"

Nell'intervista, l'insider descrive le "operazioni fiscali sulle azioni" come un "crimine organizzato in gessato". "Tutti sapevano di cosa si trattava: ottenere un ritorno utilizzando le casse fiscali". Apparentemente ha deciso di parlare per evitare la prigione. Rischia infatti molti anni in galera. Dovrà rimborsare i soldi sottratti. Gli investigatori lo considerano credibile.

Nell'intervista racconta come funzionava l'aggressione ai contribuenti europei. La Germania, la più grande economia d'Europa, era anche il più grande mercato per le "operazioni fiscali sulle azioni". Il business in Germania funzionava nel periodo in cui le grandi società azionarie distribuivano i loro dividendi. "Avevamo creato una macchina infernale, ma funzionava sempre e solo in primavera. Così siamo arrivati all'idea di creare una macchina che funzionasse tutto l'anno. E per fare ciò erano disponibili le azioni di altri paesi. Paesi come  Francia, Spagna e Italia, ma anche paesi più piccoli come Austria, Belgio, e Danimarca". Possono esserci variazioni nella regolamentazione da paese a paese. Ma ci siamo adattati ad esse. "In sostanza, a pagare il conto è stato il contribuente del paese colpito".

La ricerca nell'ambito del "cum-ex-files" conferma le dichiarazioni e mostra chiaramente che tramite le operazioni fiscali sulle azioni realizzate nei giorni in cui veniva staccato il dividendo, oltre a quello tedesco sono stati danneggiati anche il fisco di Francia, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Danimarca, Belgio, Austria, Finlandia, Norvegia e Svizzera. Il danno di almeno 55,2 miliardi di euro lo si ottiene unendo le informazioni fornite dalle autorità fiscali e dalle analisi dei dati di mercato. Il professore di diritto tributario Christoph Spengel dell'Università di Mannheim l'anno scorso aveva già calcolato che alle autorità fiscali tedesche tra il 2001 e il 2016 erano stati sottratti almeno 31,8 miliardi di euro. Nell'ambito dei "Cum-Ex Files" si aggiungono ora altri 17 miliardi in Francia, 4,5 miliardi in Italia, 1,7 miliardi in Danimarca e 201 milioni in Belgio. Alcuni stati potrebbero richiedere una parte della somma. Per gli altri paesi interessati non ci sono dati ufficiali o altri dati di mercato affidabili.

Il ministero federale delle finanze ne era a conoscenza sin dal 2002

La Germania ha avvertito i suoi vicini europei in merito alle transazioni Cum-Ex solo nel 2015 tramite una banca dati OCSE, anche se il Ministero delle Finanze tedesco ne era a conoscenza almeno dal 2002. Il Ministero federale delle finanze, ad una richiesta, non smentisce di aver avvertito i vicini solo nel 2015, ma in generale afferma che "in passato, vari stati, anche su loro richiesta, erano stati informati delle procedure relative alle transazioni Cum-Ex".

Cum-Ex è stato classificato dal governo federale come illegale ed è oggetto di numerose indagini da parte di diversi pubblici ministeri. Il Cum-cum non è illegale di per sé, ma il governo federale presuppone un uso improprio della struttura nel caso in cui l'attività sia puramente motivata dai rimborsi fiscali. Secondo Spengel quasi tutti i modelli offerti sul mercato sono riconducibili a questa tipologia.

Quasi tutte le grandi banche sono coinvolte

Ad essere coinvolte nelle transazioni azionarie a spese del contribuente sono quasi tutte le principali banche. "Può tranquillamente sceglierne una, non ne conosco nemmeno una che non ne facesse parte", dice l'insider.

Una inchiesta in incognito mostra che il business a spese dei contribuenti europei continua ancora oggi. I giornalisti di Panorama e CORRECTIV si sono finti dei miliardari alla ricerca di opportunità di investimento e hanno contattato una banca di investimenti. Durante un incontro a Londra il trader ha mostrato una presentazione contenente le attuali offerte per "operazioni in ambito fiscale" in sette paesi europei, tra cui Francia, Italia e Spagna. Confermando che il profitto nelle transazioni azionarie offerte proviene dalle casse fiscali.

Gerhard Schick, esperto finanziario dei Verdi e promotore della commissione d'inchiesta "cum-ex" del Bundestag, in merito all'offerta ha detto: "La interpreto come un proseguimento diretto del Cum-Ex e Cum-cum. I ritorni arrivano sempre e comunque solo dai soldi delle tasse .."

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venerdì 7 settembre 2018

Perché Hartz IV non è un reddito di cittadinanza ma un sistema fondato sulle sanzioni

Non è un mistero che l'Hartz IV tedesco sarà il modello per il futuro reddito di cittadinanza italiano. Hartz IV tuttavia prevede un sistema sanzionatorio molto rigido affidato allo zelo degli impiegati dei Jobcenter i quali possono accanirsi sul singolo percettore di sussidio vessandolo con richieste e minacce fino alla cancellazione dell'intera indennità. La trasmissione televisiva PlusMinus della ARD (tv pubblica) affronta il problema e offre un'ottima sintesi delle vessazioni tipiche del regime sanzionatorio Hartz. 


Klaus Brieger era un uomo di successo. Viveva in una villetta a Iserlohn, nel Nord Reno-Westfalia. Aveva fatto prima il direttore delle vendite, poi si era messo in proprio con una sua palestra. Non erano rari i giorni in cui lavorava fino a 14 o 16 ore. La situazione è cambiata bruscamente, come dice Klaus Brieger: "c'è stato un crollo totale, un burn-out, mi sono semplicemente accasciato, sono svenuto e quando mi sono svegliato ero in ospedale".

Dopo un anno si sente nuovamente in buona forma fisica tanto da accettare un mini-job come conducente di autobus. Al mattino porta i bambini disabili a scuola. E fa domanda per Hartz IV. Vorrebbe avere accesso alle prestazioni, ma solo temporaneamente, almeno secondo il suo piano. A causa dell'impegno con il suo mini-job chiede agli impiegati del Jobcenter di essere convocato per gli appuntamenti nell'orario successivo a quello in cui porta i bambini a scuola, almeno dopo le 10. Ma nessuno dal jobcenter prende in considerazione la sua richiesta: "Mi hanno sempre convocate alle 7.30, anche se sapevano che avevo un mini-job e gli avevo anche detto che in quell'orario non potevo andare. Nonostante cio' hanno continuato a chiamarmi in quell'orario e dato che non mi sono potuto recare al centro per l'impiego sono stato sanzionato".

Poiché non si è presentato nelle date assegnate, il suo sussidio Hartz IV è stato tagliato, prima per 30%, poi del 60% e alla fine in maniera completa. L'Arbeitsamt non gli pagava piu' nemmeno l'affitto - secondo l'ufficio del lavoro avrebbe ripetutamente omesso di adempiere ai propri obblighi.

La pressione sulle persone fa parte del programma

Dietro Hartz c'è anche l'idea di fare pressione sui disoccupati affinché questi accettino un lavoro. "A nessuno in futuro sarà permesso di essere pigro a spese della collettività. Chi rifiuterà un lavoro ragionevole - e cambieremo i criteri di ragionevolezza - onorevoli colleghi, dovrà fare i conti con le sanzioni" cosi' parlava nel 2003 il cancelliere Gerhard Schröder al Bundestag.

Destini tragici

Rifiutare un lavoro ritenuto inadeguato, scrivere troppe poche applicazioni, saltare gli appuntamenti al centro per l'impiego: tutto questo può costare il cosiddetto "sostegno". Ma i Jobcenter spesso mancano l'obiettivo, afferma l'avvocato Dirk Feiertag. Circa il 90% di tutte le notifiche sanzionatorie contiene un errore, tuttavia vengono applicate perché le persone colpite non sanno difendersi. Feiertag lo ha imparato con il suo lavoro: "Ho avuto dei casi anche qui, c'è stato ad esempio un uomo che per mesi si è nutrito di foglie, perché in pratica non riceveva il denaro del sussidio, nemmeno i buoni alimentari. Il numero non quantificabile di persone che non va dall'avvocato, che non va in tribunale, che non presenta un'obiezione, specialmente nel caso di sanzioni, è incredibilmente alto. Le sanzioni causano una sofferenza enorme".


Senso e dignità portati via

Lo stesso è accaduto a Klaus Brieger. Presumibilmente in diverse occasioni non è riuscito a rispettare gli obblighi previsti dal Jobcenter e per questo ha ricevuto la sanzione di livello piu' alto: il pagamento del sussidio mensile è stato completamente annullato e l'affitto è stato bloccato. Ciò ha avuto delle conseguenze fatali: Brieger prima ha fatto debiti per pagare l'affitto, poi senza preavviso gli hanno tolto l'appartamento.

"Quello è il momento in cui ti chiedi se tutto ciò abbia ancora un senso. Stai lì e ti chiedi: cosa ci sarà in serbo ancora per me, niente di più? Se questa gente può rovinare una persona in questo modo e farla anche diventare un senzatetto, allora mi chiedo: per quale motivo andare avanti? "

Perché il Jobcenter abbia punito così duramente Klaus Brieger, anche se stava lavorando ed era disponibile per un appuntamento in una data successiva, l'Arbeitsamt di Iserlohn non intende rivelarlo davanti ai microfoni - ufficialmente per ragioni di protezione dei dati.

Nessuna punizione affrettata

Il ricercatore di Colonia, il Prof. Christoph Butterwegge, esperto in materia di povertà, da tempo chiede che i centri per l'impiego, invece di sanzionare frettolosamente, facciano uso del loro margine discrezionale: "La punizione non può essere la soluzione, ma deve essere un aiuto per le persone colpite. Soprattutto chi si trova in Hartz IV da molto tempo ha bisogno di sostegno. Alcuni hanno problemi psico-sociali, altri hanno problemi di dipendenza e per questo devono essere aiutati: se vieni tormentato e vessato, come accade con le sanzioni, allora spingi le persone verso la totale rassegnazione".

Tribunale sociale: il sostentamento ha la precedenza

Il Tribunale sociale di Gotha ha messo in discussione il regime sanzionatorio nei confronti dei beneficiari di Hartz IV nel suo complesso. Secondo una sentenza del tribunale i tagli all'Alg II (sussidio Hartz) sarebbero addirittura incostituzionali: "la Costituzione tedesca stabilisce che le persone abbiano diritto almeno ad una sussistenza minima e che abbiano a disposizione un minimo di mezzi finanziari per assicurarsi il proprio sostentamento e per poter partecipare attivamente alla vita sociale. Per questa ragione secondo il tribunale non sarebbe più possibile applicare le sanzioni previste dal SGB II (Sozialgesetzbuch Zweites Buch)".

I giudici di Gotha hanno inviato le loro conclusioni alla Corte costituzionale federale con la richiesta di esaminarle. La Corte dovrebbe pronunciarsi entro l'anno. Le sanzioni nei confronti dei beneficiari di Hartz IV sono destinate a sparire?

aufRecht – L'associazione che aiuta gli Hartz IV

Klaus Brieger non è diventato un senzatetto solo grazie agli amici e ai familiari. Ha anche ricevuto aiuto da Ulrich Wockelmann. Egli stesso vive di Hartz IV e con la sua piccola associazione "aufRecht" ha già aiutato piu' di 2.400 persone in difficoltà. Wockelmann è riuscito a convincere Klaus Brieger ad andare in tribunale: "La sanzione non era valida, ma è stata ugualmente eseguita, i soldi non c'erano piu' e le vie legali purtroppo sono troppo lunghe".

Il tribunale non ha riscontrato alcuna violazione degli obblighi e ha pertanto ordinato al centro per l'impiego di pagare a Klaus Brieger i soldi trattenuti ingiustamente. Per lui, tuttavia si è trattato di una vittoria amara: "Ho recuperato tutto, ma il momento in cui vieni accusato, in cui non hai piu' nulla, ti senti come un monticello di miseria. I miei diritti fondamentali, tutto ciò che avevo, l'umanità, la dignità, tutto ciò mi è stato tolto da queste persone ". E questa dignità, che gli è stata tolta per cinque anni, non gliela restituirà nessun ufficio del lavoro.

Il servizio della ARD su PlusMinus:





venerdì 31 agosto 2018

Disoccupazione made in Germany: perché la Germania esporta disoccupazione in tutta Europa

A scriverlo non è una cellula di sovversivi dell'est ma il programma di informazione della ARD "Kontraste", la tv pubblica tedesca, andato in onda giovedì scorso. La Germania con la sua moderazione salariale esporta disoccupazione in tutta Europa: mentre in Francia e in Italia si chiudono le fabbriche, i metalmeccanici tedeschi lavorano per 12 euro lordi l'ora con un contratto interinale. Olaf Scholz non ha dubbi: un ministro delle finanze tedesco, anche se della SPD, resta un ministro delle finanze tedesco! Da Kontraste


La Germania, non a torto, viene considerata il "professorone". Ci piace molto ricordare al resto del mondo che gli accordi devono essere rispettati. Eppure la Germania è il "campione del mondo" nella violazione delle regole. Invece di assicurare una crescita salariale stabile e in linea con gli sviluppi della produttività, come concordato al momento dell'introduzione dell'euro, la Germania risparmia e lesina laddove è possibile. Il risultato: i prodotti tedeschi sono buoni - e soprattutto a buon mercato. I produttori stranieri, come i fornitori automobilistici francesi, sono sempre piu' sotto pressione. Un salario minimo troppo basso e investimenti statali molto contenuti nel nostro paese, hanno causato in Francia una perdita di posti di lavoro. A pagarne le conseguenze sono stati i lavoratori tedeschi a basso stipendio e un esercito crescente di disoccupati negli altri paesi dell'UE.

"I tedeschi sono molto cattivi". Il presidente americano Trump da mesi continua ad arrabbiarsi perché la Germania esporta negli Stati Uniti molte piu' merci di quante non ne importi. La sua rabbia questa settimana potrebbe crescere ancora visto che si è appena saputo che la Germania nel 2018 sarà un'altra volta di gran lunga il campione mondiale dell'export.

Secondo le previsioni la Germania raggiungerà quest'anno un enorme surplus di 264 miliardi di euro, di gran lunga davanti al Giappone. Le partite correnti degli Stati Uniti al contrario mostreranno un enorme deficit di circa 371 miliardi di euro.

Non c'è solo Trump ad essere irritato, anche fra i nostri vicini di casa in Europa c'è molta rabbia. Ma le vittime della nostra politica dell'export sono anche nel nostro paese.

Daniel Grüneke, dalla Germania del Nord, meccanico industriale e lavoratore interinale. Per il suo lavoro riceve un basso stipendio - come accade ad un quinto di tutti i lavoratori dipendenti del nostro paese.

Grüneke: "io non voglio diventare ricco, voglio solo vivere bene e in maniera ragionevole, con un po' di sicurezza e una prospettiva per i miei figli".

Patrice Bertuzzi, invece è francese, anche lui è un meccanico industriale e senza lavoro. Come 2.5 milioni di francesi. Lui e i suoi colleghi  hanno suscitato scalpore quando un anno fa hanno minacciato di far saltare in aria la loro fabbrica - se questa fosse stata chiusa.

Patrice Bertuzzi davanti alla sua ex-fabbrica: "la battaglia ci ha uniti. Tornare qui dopo essere stato licenziato è molto difficile. Non succede quasi piu' nulla qui, prima i camion uscivano ed entravano uno dietro l'altro".

Il disoccupato francese Patrice Bertuzzi e il tedesco Daniel Grüneke con il suo basso salario sono entrambi vittime della politica economica tedesca: i bassi salari tedeschi hanno reso i nostri prodotti economici - anche per questo si vendono molto bene in tutto il mondo. E cosi' anno dopo anno siamo noi ad essere i campioni del mondo dell'export.

Il Tagesschau titola: "le merci tedesche all'estero richieste come non era mai accaduto prima", "eccedenza nella bilancia commerciale", oppure "la Germania da molti anni esporta piu' di quanto non importi".

Con i suoi giganteschi avanzi commerciali la Germania mette a repentaglio la stabilità dell'intera economia globale, critica duramente il direttore del FMI.

Il Prof. Horn, economista e direttore dell'Institut für Makroökonomie und Konjunkturforschung va oltre e aggiunge: la Germania sta distruggendo l'industria dei nostri vicini europei.

Per il prof. Horn "il vero prezzo dell'export tedesco, date le sue dimensioni, è stato il fallimento di molte industrie negli altri paesi oppure una produzione al di sotto della loro capacità. E in questo modo è cresciuta anche la disoccupazione. La strategia complessiva tedesca è stata realizzata a spese degli altri paesi".

Lo mostrano le cifre: dall'inizio del 2000 la Germania ha aumentato enormemente la sua produzione industriale - perché si esporta sempre di piu'.

Patrice Bertuzzi ha dovuto sperimentare questo processo doloroso in prima persona

Nonostante le proteste spettacolari, anche la sua fabbrica, un fornitore dell'industria automobilistica, è stata in gran parte chiusa. Lo stabilimento c'è ancora, ma due terzi degli occupati sono stati licenziati oppure cercano un nuovo lavoro.

Un altro operaio: "noi non siamo l'unica fabbrica ad aver chiuso. Ci sono molte chiusure di fabbriche. E lo stato sta a guardare".

"Sto ancora cercando lavoro, ma vedo nero per il futuro"

"In Germania le persone lavorano per niente. Credo che sia per questo motivo che la Germania sta espandendo la propria industria".

E la Francia resta a bocca asciutta: anche nei prodotti tradizionalmente francesi, come le scarpe o il formaggio, la Germania esporta ormai piu' dei francesi - perché i campioni mondiali dell'export, i tedeschi, da molti  anni  ormai giocano in maniera fallosa.

Ad iniziare il gioco scorretto è stato Gerhard Schröder con l'introduzione di Hartz IV, del lavoro interinale e dei contratti a tempo determinato.

Da allora per quasi la metà degli occupati i salari reali sono scesi. E il settore dei bassi salari è cresciuto piu' che in qualsiasi altro paese della zona euro raggiungendo circa il 20% di tutti i dipendenti.

In tal modo la Germania sta violando una regola che i paesi dell'eurozona si sono impegnati a rispettare al momento dell'introduzione dell'euro: ogni paese deve fare in modo che i salari aumentino in linea con la crescita della produttività. Ma la Germania ha ottenuto un vantaggio ingiusto: l'andamento salariale è rimasto al di sotto degli obiettivi dell'UE.

La Francia al contrario si è sempre attenuta alle regole della moneta unica e ha aumentato i salari in maniera corrispondente.

Una differenza salariale evidente fino ad oggi. E cio' rende le merci francesi piu' costose - e quelle tedesche relativamente piu' economiche. Cosi' da noi con l'aumento dell'export è cresciuta l'occupazione - in Francia è aumentata la disoccupazione. 

La stessa cosa è accaduta ad un altro nostro vicino europeo: l'Italia, il secondo paese manifatturiero d'Europa, anch'esso dalla parte dei perdenti.

Prof. Horn: "con lo sviluppo salariale che abbiamo avuto, la macchina tedesca era molto piu' economica rispetto a quella italiana o anche francese. Il risultato: gli americani ad esempio hanno acquistato macchine tedesche e non italiane. E questo naturalmente ha delle conseguenze su quello che viene prodotto nei singoli paesi. In Germania si producono le macchine, in Italia no".

Quanti posti di lavoro sono stati colpiti? Per la Francia, il direttore dell'istituto statale francese per la ricerca sul ciclo economico ha calcolato per la prima volta questo dato: solo in Francia circa 400.000 posti di lavoro!

Xavier Ragot, dell'Istituto francese per la ricerca sul ciclo economico: "prendiamo questa divergenza dei salari, si puo' calcolare che la moderazione salariale tedesca è costata alla Francia delle quote di mercato, nell'ordine di 400.000 posti di lavoro. Un tale surplus a lungo andare non è accettabile".

Ma le critiche da molti anni rimbalzano addosso alla Cancelliera: il presidente americano Obama piu' volte ha cercato di farglielo capire, anche l'italiano Renzi, il capo del FMI Lagarde - ora è Trump a minacciare la Germania - con i dazi, anche sulle auto tedesche.

Trump: "non è possibile avere un deficit della bilancia commerciale di 151 miliardi di dollari. Lo ridurremo, faremo in modo che la situazione torni ad essere giusta".

Perfino il presidente francese Macron, a ragione, ha puntato il dito verso Angela Merkel. Macron: "in Germania non puo' esserci un costante feticismo per il bilancio pubblico e le eccedenze commerciali - che sono realizzati sempre a scapito degli altri".

Il conto lo hanno già pagato Patrice Bertuzzi e i suoi colleghi. Ora stanno facendo un training su come scrivere le candidature per posti di lavoro che purtroppo non esistono piu'.

E il conto lo pagano anche i lavoratori tedeschi, come il meccanico industriale Daniel Grüneke - con i suoi 12.5 euro lordi all'ora per un contratto interinale.

Daniel Grüneke: "è davvero cinico che uno partecipi a questo boom delle esportazioni e poi non possa averne niente. Questa è la follia dell'intera storia".

La Commissione europea sta cercando delle soluzioni che garantiscano posti di lavoro in Germania e maggiore prosperità per tutti. Al Prof. Horn hanno commissionato uno studio sul tema.

Gustav Horn: "il risultato di fondo è che i nostri enormi avanzi commerciali possono essere ridotti solo con una strategia combinata. Si tratta di combinare insieme un deciso aumento dei salari e maggiori investimenti statali, che insieme faranno in modo che alla fine ci siano molte piu' importazioni e quindi un surplus commerciale notevolmente inferiore".

Perchè gli investimenti pubblici creano nuovi posti di lavoro e l'economia interna ne esce rafforzata. Tutti ne avrebbero vantaggi: le ferrovie sono obsolete, le città soffocano nel traffico, le scuole cadono a pezzi, mancano posti nelle scuole materne, insegnanti, educatori, etc.

Per anni il ministro delle finanze della CDU Schäuble è stato il maestro del risparmio nazionale e si è distinto per lo "Schwarze Null". Chi aveva fatto affidamento sul nuovo ministro delle finanze della SPD Olaf Scholz è rimasto deluso, anche lui infatti ha annunciato: lo Schwarze Null resta Schwarze Null.

Olaf Scholz (SPD), il Ministro delle Finanze, il 22 marzo di quest'anno ha detto: "l'ho detto ovunque in Europa: un ministro delle finanze tedesco resta un ministro delle finanze tedesco, non importa quale sia la sua tessera di partito e io credo che il messaggio sia arrivato correttamente".

E cosi' ogni giorno la Germania mette a rischio la coesione dell'UE.

Il video completo della trasmissione:

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lunedì 26 marzo 2018

Perché in Germania centinaia di migliaia di persone sono senza assicurazione e copertura sanitaria

Nella civilissima Germania del 2018 ci sono centinaia di migliaia di persone non coperte da un'assicurazione sanitaria. Ad essere colpiti non sono solo gli stranieri, ma ci sono molti lavoratori autonomi che semplicemente non riescono a coprire i contributi minimi previsti dalle assicurazioni obbligatorie. Ne parla il Tagesschau della ARD.


Jens Spahn, il nuovo ministro della salute, ha una grande fiducia nell'assicurazione sanitaria tedesca: "abbiamo un sistema di sicurezza sociale di alto livello a cui hanno accesso gli 80-82 milioni di persone che vivono in questo paese". E questo non accade quasi in nessun'altro paese al mondo, ha detto Spahn lunedì sera durante il programma "Hart aber fair".

Per Helmut Böhm, frasi del genere suonano come una presa in giro. Il 64enne berlinese è uno fra quei citati 82 milioni di persone. Egli tuttavia non ha alcun accesso al sistema di sicurezza sociale garantito dall'assicurazione sanitaria.


Fuori dall'assicurazione sanitaria

Per molti anni, insieme a sua moglie, è stato coperto da un'assicurazione sanitaria privata (PKV). Quando pero' i contributi hanno raggiunto i 1.100 euro al mese, la coppia non ha piu' potuto permettersela. Böhm a causa del diabete è diventato inabile al lavoro iniziando a percepire una pensione di appena 640 euro.

La coppia è dovuta passare ad un'assicurazione sanitaria pubblica (GKV), fatto che inizialmente non sembrava essere problematico. Dopo appena un trimestre pero' la cassa mutua ha espulso Helmut Böhm. Era stato un errore: nonostante l'inabilità al lavoro non ha piu' diritto all'assicurazione sanitaria legale. Il problema è che a differenza della moglie era già oltre i 55 anni.

Anche gli uffici del welfare non possono aiutare

Il legislatore ha introdotto questo limite di età per il passaggio all'assicurazione sanitaria legale al fine di evitare da parte degli assicurati il "salto da un sistema all'altro": vale a dire, godere dei contributi e dei benefici dell'assicurazione sanitaria privata in giovane età, e in vecchiaia, quando i contributi aumentano e iniziano ad arrivare le malattie, passare nel sistema delle Krankenkasse pubbliche. In realtà una legge ragionevole, ma che nei casi piu' difficili, come quello di Helmut Böhm, ti lascia senza una protezione.

Sfortuna, è passato attraverso la rete, gli hanno detto. Perfino l'ufficio di previdenza sociale non puo' fare nulla per casi come il suo, perché lui - nel frattempo pensionato - riceve una prestazione di pochi euro superiore al limite necessario per avere diritto alla sicurezza di base. E sebbene abbia attivato un avvocato per esaminare il caso, Böhm non ha alcuna possibilità di ottenere una copertura assicurativa a prezzi accessibili.

Fra 80.000 e centinaia di migliaia di persone sono senza assicurazione

Non è il solo a trovarsi in questa situazione e ad avere avuto questo destino. Si stima che tra le 80.000 e diverse centinaia di migliaia di persone in Germania siano prive di un'adeguata copertura assicurativa sanitaria. I numeri sono difficili da verificare, è probabile che la cifra oscura sia ancora piu' alta. Dal 2007 in Germania è stato introdotto l'obbligo di assicurazione sanitaria.

Ad essere colpiti ad esempio sono molti lavoratori autonomi, perché non possono permettersi di pagare i contributi, anche quelli minimi per l'assicurazione pubblica. Molti con le loro entrate riescono appena a sopravvivere, e non hanno certo i soldi per pagare il contributo minimo di oltre 300 euro previsto dalla Krankenkasse pubblica. Restano i debiti contributivi e una copertura assicurativa limitata.

Il gruppo piu' grande: stranieri senza documenti e cittadini UE senza lavoro

Un altro gruppo di persone coinvolte sono i migranti privi di documenti e senza un titolo valido per la residenza. Anche i richiedenti asilo con una richiesta non accettata rientrano in questa categoria. In realtà avrebbero diritto ad una copertura medica. Poiché devono prima rivolgersi ai servizi sociali, i quali hanno l'obbligo di trasmettere le informazioni all'ufficio immigrazione, di solito non percorrono questa strada.

Anche i cittadini UE, che grazie alla libertà di circolazione si trovano in Germania alla ricerca di un lavoro, non hanno alcun diritto ad un'adeguata assistenza sanitaria. Con un inasprimento della legge introdotto nel 2017 sono stati esclusi dall'assistenza sociale, e quindi anche loro passano attraverso la rete.

In caso di incidente, dolori acuti o malattie potenzialmente mortali, ogni persona in Germania deve essere curata. Ma già il semplice ricorso a fasciature o antidolorifici deve essere pagato di tasca propria, per non parlare della fisioterapia o delle misure di riabilitazione.

"Un attestato di povertà per la Germania"

Anche Helmut Böhm ha scoperto che i costi possono crescere alla svelta. Nel 2017 a causa di una pericolosa infiammazione -  una conseguenza del suo diabete - gli è stato amputato un arto inferiore. La lunga degenza ospedaliera e la fornitura di protesi alla fine gli sono costate circa 50.000 euro. Senza l'aiuto dei familiari e dei conoscenti non sarebbe stato in grado di far fronte alle spese. Deve sostenere da solo anche i costi per le compresse contro il diabete e le visite dal medico: ogni mese sono dai 170 ai 200 euro.

"Specialmente fra i malati cronici, la mancanza di una copertura assicurativa è un problema molto serio", afferma Johanna Offe di  "Ärzte der Welt". Perché potrebbe anche accadere che il malato non ricava tutti i farmaci o le cure necessarie. Molti semplicemente non si recano dal dottore perché temono di dover sostenere dei costi molto alti oppure per vergogna. "In un paese ricco come la Germania rappresenta un attestato di povertà", ci dice in un'intervista a tagesschau.de.

La società civile colma le lacune

Soprattutto perché lo stato, secondo il Patto sociale delle Nazioni Unite, è obbligato a fornire assistenza medica a chiunque si trovi in Germania. Ci sono tuttavia varie organizzazioni all'interno della società civile che forniscono assistenza medica alle persone prive di un'assicurazione sanitaria: "Ärzte der Welt", i "Medinetze" oppure i  "Malteser Medizin für Menschen ohne Krankenversicherung". In realtà non sarebbe compito della società civile colmare le lacune che lo stato crea con i suoi stessi fallimenti, ci dice Offe.

Per un gruppo di persone colpite, almeno in questa legislatura, tuttavia dovrebbe cambiare qualcosa: il contributo minimo per l'assicurazione sanitaria legale dei lavoratori autonomi dovrebbe essere dimezzato, almeno cosi' è scritto nell'accordo di coalizione. "Si tratta di un miglioramento importante per molti lavoratori autonomi", dice Offe. Per persone come Helmut Böhm, che non hanno accesso all'assicurazione sanitaria pubblica, tuttavia non cambierà nulla.