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lunedì 11 maggio 2020

Paura e sfruttamento nei grandi mattatoi del nord

Nelle ultime settimane alcuni grandi mattatoi nel nord della Germania sono diventati l'epicentro di una nuova ondata di contagi, soprattutto fra le migliaia di immigrati arrivati dall'Europa dell'est e costretti a lavorare per pochi soldi, senza diritti e a dormire nelle stesse stanze in abitazioni di fortuna o baracche. Die Zeit intervista il sacerdote cattolico Peter Kossen, che da anni si batte per i diritti dei lavoratori dell'est.


ZEIT: I mattatoi tedeschi si stanno trasformando sempre di piu' in un hotspot corona. Ad aprile il contagio è scoppiato in uno stabilimento di produzione di carne a Birkenfeld (nel Baden-Württemberg). Ora ad essere colpiti sono i mattatoi di Coesfeld e Oer-Erkenschwick (in Renania settentrionale-Vestfalia) e Bad Bramstedt (Schleswig-Holstein). Qual è il problema?

Peter Kossen: per dirla senza mezzi termini: il problema è il sistema. In termini concreti, si tratta fondamentalmente delle condizioni di lavoro, perché queste persone di solito non sono impiegate dalle aziende, ad esempio dai macelli, ma tramite dei fornitori esterni di personale. Quindi non vengono solo impiegati per attutire i picchi di produzione, ma arrivano a rappresentare fino alll'80% della forza lavoro. In realtà, lavorano 60 ore alla settimana, sono totalmente esausti e sono quindi particolarmente sensibili alle malattie.

ZEIT:  almeno a casa i dipendenti dovrebbero essere in grado di rilassarsi. Ma lei critica anche le sistemazioni di questi lavoratori a tempo. Come dobbiamo immaginarcele?

Kossen: il mercato immobiliare in Germania è molto difficile. I lavoratori migranti che qui non hanno contatti sociali e che spesso non parlano neanche la lingua devono accontentarsi di quello che trovano - e questo è spesso è quello che ti offrono le società di fornitura di lavoratori. Si tratta di alloggi collettivi, in stabili disastrati, stanze distrutte, stipate di persone

ZEIT: in che senso "stipate"?

Kossen: nella mia zona di Lengerich c'è un ex-hotel con 55 nomi sulle cassette postali. L'edificio sicuramente non ha cosi' tante stanze - le stanze sono occupate da piu' persone. Nessuno può veramente mantenere le distanze di sicurezza. Inoltre si tratta anche di un vecchio edificio. Si pongono anche delle questioni igieniche. È cosi' in tutto il paese. Ecco perché il governo del Land del Nord Reno-Westfalia ora vorrebbe controllare queste sistemazioni.

ZEIT: non è successo finora?

Kossen: per niente. Mi occupo del tema da otto anni e le circoscrizioni e i comuni si scaricano le responsabilità fra di loro. Nessuno si sente responsabile e in realtà nessuno vuole trovarsi il problema fra i piedi.

ZEIT: cosa propone lei allora?

Kossen: c'è già un regolamento anti-crisi del Ministero federale del lavoro e degli affari sociali che dice: "una persona - una stanza". Si potrebbe iniziare con questo.

ZEIT: Dove bisognerebbe trovare questi spazi?

Kossen: questa domanda bisognava porsela prima. Ora, in questa situazione acuta, si potrebbe utilizzare la capacità alberghiera disponibile. È costoso, ma forse si potrebbero comunque salvare delle persone. Naturalmente, questa è solo una soluzione temporanea, nel lungo termine l'unica soluzione può essere solo l'edilizia popolare, fondamentalmente strutture. Anche i trasferimenti sono un pericolo. Le persone spesso vengono portate sul posto di lavoro in piccoli furgoni all'interno dei quali non è possibile rispettare le precauzioni di sicurezza.  

ZEIT: quanti lavoratori interinali che lavorano e vivono in queste condizioni ci sono nell'industria della carne?

Kossen: il governo del Land Nord Reno-Westfalia ora chiede che tutti i dipendenti con un contratto d'opera siano sottoposti a un test e si aspetta che almeno 17.000-20.000 persone lo facciano. Solo nei grandi macelli di questo Land.

ZEIT: qual è la percentuale della forza lavoro composta dai lavoratori delle agenzie?

Kossen: ci sono delle differenze. Ci sono macelli in cui costituiscono tra i due terzi e l'80 percento, ma anche macelli in cui ce ne sono di meno. In nessun caso, tuttavia, questo utilizzo ha ancora qualcosa a che fare con il modo in cui il lavoro temporaneo originariamente era stato concepito: per i picchi di produzione

ZEIT: perché così tanti di questi lavoratori provengono dai paesi dell'Europa dell'est e del sud-est?

Kossen: perché in quei paesi c'è una grande mancanza di prospettive. Se in alcune zone della Romania, come la Valacchia, vengono promessi salari da 1.500 euro al mese, allora sembra di andare davvero un paradiso. Nel frattempo, molti lavoratori arrivano da oltre i confini dell'UE. I controlli sul lavoro sommerso devono affrontare un'ondata di passaporti falsi

ZEIT: non ci sono delle norme igieniche?

Kossen: i mattatoi hanno regole molto rigide. Fino a che punto vengano mantenute le distanze minime non lo posso sapere. La vera barriera sicuramente è la mancanza di competenze linguistiche.

ZEIT: quale ruolo hanno i subappaltatori? Alla fine si tratta anche delle sistemazioni.

Kossen: uno dovrebbe chiedersi fino a che punto le aziende possono delegare le proprie responsabilità, come fanno da anni. Si dice sempre: "Non possiamo fare nulla contro il dumping sociale e salariale". È un po troppo facile. Secondo me, tra i molti subappaltatori esiste anche un alto livello di criminalità: traffico di esseri umani, frodi al sistemas sociale e altri crimini vari. Fino a quanso sono lasciati nell'area grigia, è possibile ogni abuso.

ZEIT: quali catene di supermercati ricevono consegne da questi macelli?

Kossen: tutti. Ci sono anche cinque importanti catene di supermercati in Germania: Aldi Nord e Süd, Edeka, Lidl e Rewe. Offrono anche prodotti biologici, ma tutti ricevono la loro carne da lì. Ci sono solo alcune eccezioni, come Böseler e Goldschmaus, che appartengono al gruppo della famiglia. Hanno assunto alcune centinaia di lavoratori precedentemente impiegati con un contratto d'opera, e gli stanno anche costruendo degli appartamenti.

ZEIT: suo fratello è un medico e tratta anche i lavoratori migranti. Come stanno in termini di salute e di cura?

Kossen: le persone hanno molta paura. Non è che non sappiano cosa sta accadendo. Per inciso, hanno sempre avuto paura di farsi fare un certificato di malattia. La domanda è: chi pagherà se ora vanno in quarantena. Saranno ancora pagati? Dal punto di vista puramente legale, i subappaltatori dovrebbero farlo.

A causa della muffa presente nelle loro sistemazioni di fortuna, alcune persone hanno malattie respiratorie e - soprattutto nel quadro di un'infezione da coronavirus - hanno già una situazione difficile. Mio fratello visita le persone a casa e ha trovato una situazione del genere. Non accade ovunque, ma non è nemmeno un caso isolato.

ZEIT: l'industria della carne non è l'unico settore in cui prevalgono tali condizioni disumane o addirittura pericolose per la vita. Quali altri settori sono interessati?

Kossen: le attività di spedizione hanno strutture molto simili e lavorano anche loro con dei subappaltatori. C'è un centro di spedizione Amazon a Winsen an der Luhe vicino ad Amburgo, considerato uno dei più moderni d'Europa e dove ora ci sono molte persone infette. Oppure è evidente anche nelle postazioni di carico nelle stalle, dove si infilano tacchini e polli in casse pronte per la macellazione che poi - di solito di notte - vengono caricate sui camion. Un lavoro molto duro e difficile da controllare.

ZEIT: per questo lei un anno fa ha fondato l'Associazione Dignità e giustizia. Che almeno ora in questa fase sta ricevendo più attenzione, perché il contagio potrebbe improvvisamente colpire tutti i cittadini.

Kossen: È così. Avremmo auspicato maggiore attenzione anche in passato, ma se la cosa non ti tocca personalmente, non fa molto male. Ora improvvisamente abbiamo un hotspot Corona qui a Coesfeld, e all'improvviso la gente viene da me e mi dice: sappiamo che c'è un alloggio nel quartiere, e ora abbiamo paura.


venerdì 21 ottobre 2016

Sfruttamento alla tedesca

La Germania è leader mondiale nell'export di carne, un risultato ottenuto anche grazie allo sfruttamento dei lavoratori stranieri nei macelli dei grandi gruppi industriali. Huffingtonpost.de intervista Peter Kossen, monsignore, da tempo impegnato in prima linea nella lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori nei grandi macelli del nord. Da Huffingtonpost.de


Il lavoro nell'industria della carne è uno dei più difficili. Spesso si tratta di lavoratori assunti con un contratto d'opera oppure di lavoratori interinali non sottoposti alle leggi sulla tutela dei lavoratori. Sei giorni alla settimana e quindici ore al giorno di lavoro non sono infrequenti. Si tratta di "sfruttamento" e di "schiavitù moderna".

HP: Prälat Kossen, lei ha parlato, riferendosi all'industria della carne tedesca, di "sfruttamento" e "schiavitù moderna". Ci puo' spiegare concretamente che cosa intende?

Kossen: Molte persone vivono e lavorano nell'industria della carne in Germania in condizioni estremamente difficili. Si tratta principalmente di lavoratori assunti con un contratto d'opera oppure di lavoratori interinali che spesso non sono coperti dalle leggi sulla tutela dei lavoratori. Abbiamo situazioni in cui i lavoratori sono impiegati per 6 giorni alla settimana, per 12 oppure 15 ore al giorno e alla fine prendono 1.000 Euro al mese. Mio fratello è medico e regolarmente si deve confrontare con lavoratori migranti afflitti da gravi problemi di salute causati dal troppo lavoro. Invecchiano rapidamente e soffrono per problemi di salute - per paura del licenziamento non si lasciano curare, un fenomeno diffuso.

HP: Sono storie che ricordano i primi anni dell'industrializzazione in Europa

Kossen: Esattamente. Spesso il datore di lavoro è allo stesso tempo anche il proprietario dell'appartamento; sono condizioni di vita che avevamo conosciuto solo nei libri di storia. I lavoratori sono alloggiati in stanze fatiscenti e condividono un letto in un sistema a 3 turni. E per questo pagano anche un affitto elevato sottratto dal loro già basso salario, che ad esempio a causa delle ore di straordinario non pagate è ampiamente sotto il salario minimo consentito dalla legge. Non da ultimo, i lavoratori, date le condizioni in cui vivono, spesso si trovano in una situazione di dipendenza dal loro datore di lavoro. Ci sono casi in cui hanno dovuto consegnare il passaporto al datore di lavoro. I lavoratori sono sfruttatati su larga scala da individui senza scrupoli. Si tratta di una zona grigia all'interno della nostra società.

HP: Questo sistema viene tenuto in piedi volutamente?

Kossen: Si' è cosi', intere aree della catena del valore sono esternalizzate. I subappaltatori intenzionalmente scelgono di ricorrere ai contratti d'opera, evitano i contratti di lavoro regolari e cercano di assumere lavoratori migranti dalla Romania, dalla Bulgaria, dall'Ungheria, dalla Repubblica Ceca e dalla Polonia. Spesso i lavoratori sono alloggiati in baracche separate, in modo che possano essere notati solo quando vanno a fare acquisti. E' un mondo parallelo, ed è propriamente voluto.

HP: Ci sono concentrazioni regionali oppure si tratta di un fenomeno regionale?

Kossen: Si tratta di un fenomeno a livello nazionale. E' iniziato nelle grandi aziende nel settore della macellazione della carne, ma nel frattempo si è esteso anche ad altri settori. Ha fatto scuola in senso negativo.

HP: E' diffuso anche in altre branche?

Kossen: Sì, ed è questo il pericolo. Nella logistica fra i camionisti, nelle costruzioni, fra i lavoratori addetti al riempimento degli scaffali nei discount, nel settore alberghiero, nell'industria metalmeccanica, nell'industria delle bevande. Questo modello è usato per aumentare i guadagni senza avere troppi problemi con la legge

HP: Perchè le autorità responsabili non intervengono?

Kossen: Ci provano a fare qualcosa. Ma sono le autorità competenti stesse a dire che in termini di personale e di mezzi finanziari disponibili non sono nelle condizioni di controllare. Il risultato è un pantano in cui imperversa il crimine.

HP: Quando lei parla di "palude criminale" - è un'esagerazione retorica oppure parla di reati?

Kossen: Questa palude si trova nel giro dei subappaltatori, che lavorano come "prestatori di servizi" per le grandi aziende operanti nel settore della carne. In questi settori spesso abbiamo a che fare con il traffico di esseri umani, anche la scena rock internazionale è coinvolta. Nei nostri tempi si possono fare piu' soldi con il traffico di uomini che con il traffico di droga. 

HP: Come si è arrivati a un tale sistema?

Kossen: E' stato reso possibile con l'apertura economica dell'est Europa. Da allora si importano lavoratori dai paesi dell'est con l'obiettivo deliberato di farli lavorare con il salario piu' basso possibile.

HP: Secondo lei è un dovere della politica fare qualcosa?

Kossen: Si', ci sono stati progressi come l'introduzione del salario minimo - ma una legge è valida solo nella misura in cui poi viene applicata nella realtà. Le leggi devono essere prima di tutto applicate. Senza dubbio le autorità competenti deveono anche avere le risorse necessarie per controllare le aziende e garantire il rispetto delle norme di legge. Non mi pare che le cose in questo momento stiano esattamente cosi'.

HP: Qualcuno potrebbe dire: "questi lavoratori, sono persone adulte. Se consapevolmente iniziano a fare un lavoro come questo, sono essi stessi colpevoli". Che ne pensa?

Kossen: Conosco le biografie di alcune di queste persone. Vivono in condizioni precarie nei loro paesi di origine e sperano in una vita migliore qui. Vedono questi lavori come la loro unica possibilità e percio' accettano. La mancanza di prospettive di queste persone viene sfruttata in maniera brutale nella nostra società del benessere. E' la situazione di emergenza che le porta a fare questa scelta. Molte di queste persone non hanno familiarità con gli aspetti giuridici e finanziariamente non hanno la possibilità di procurarsi un avvocato. Partecipano a questo triste gioco perché sperano che le cose prima o poi andranno meglio. Ma non andrà cosi'.

HP: Sono in molti a vedere la situazione in maniera diversa. Che cosa risponde a queste persone?

Kossen: Come ho già detto, il prodotto finale non sarebbe necessariamente piu' costoso, come spiegato in maniera credibile dalla NGG (sindacato degli alimentari, bevande e catering). In realtà, anche se poco visibili, sono in molti a guadagnare qualcosa da questa situazione di sfruttamento. Grazie a questo sistema stiamo creando in ogni caso un mare di persone che si ammalano a causa del lavoro, che dovranno essere curate, che si troveranno in una situazione di povertà in età avanzata e che nonostante il duro lavoro dovranno percepire per tutta la loro vita un sussidio sociale per poter sopravvivere.

HP: Lo Schnitzel è a buon mercato, ma la fattura piu' grande arriverà in seguito.

Kossen: Si', i trasferimenti sociali che saranno necessari li dovremo pagare noi contribuenti. Si tratta di sovvenzioni trasversali che non sono legittimate. Il sistema non danneggia solo le vittime, ma l'intera società.